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Una mamma preoccupata

Modalità di ascolto 

Storia
Buon giorno, professoressa. Sono la mamma di Mirko.
La signora è ben vestita, con abiti di pregio, ma ha le spalle curve e lo sguardo basso, come se fosse spaventata o imbarazzata.
Buon giorno, signora. So che ha chiesto un incontro. Mi dica pure.
Vede, professoressa, Mirko è stato rimandato in due materie, ma è la sua materia quella che lo preoccupa di più. dovrà davvero studiare tutta l’estate, e questo ha creato un mucchio di problemi in famiglia, non so se mi spiego.
Si spiega benissimo: Mirko è preoccupato per essere stato rimandato nella mia materia e dovrà studiare tutta l’estate e questo ha creato un mucchio di problemi nella vostra famiglia. Posso chiederle di preciso quali problemi?
Credo le solite cose, i fratelli maggiori lo prendono in giro, il padre ha reagito molto male, davvero molto male. Per mio marito il rendimento scolastico è tutto. 
Li ricordo bene i fratelli maggiori, venivano anche loro a scuola qui, vero?
La signora annuisce.
Quindi i fratelli maggiori prendono in giro Mirko, e il padre ha reagito davvero molto male. Posso aiutare Lei e Mirko in qualche modo?
Domande
  • L’insegnante utilizza una tecnica di comunicazione ben precisa. Quale?
  • A cosa serve esattamente questa tecnica?
  • Ci sono avvertenze o raccomandazioni all’utilizzo di questa tecnica?
Risposta
L’insegnante utilizza una tecnica di comunicazione ben precisa. Quale?
L’insegnante sta seguendo la tecnica dell’ascolto riflessivo.
A cosa serve esattamente questa tecnica?
Questa tecnica pone attenzione a tutto il messaggio, e il messaggio stesso viene usato per chiarire ciò che l’interlocutore ha detto. In pratica chi ascolta è una cassa di risonanza di chi parla e l’ascoltatore riflette, come uno specchio, le idee e le parole dell’interlocutore. Questo tipo di ascolto è spesso quello usato da psicologi e psichiatri poiché chi parla è costretto a prendere consapevolezza di ciò che dice.
Ci sono avvertenze o raccomandazioni all’utilizzo di questa tecnica?
L’ascolto riflessivo ha una componente di indagine, tant’è vero che viene utilizzato in ambito psicologico. Chi parla si trova riflesso nelle risposte di chi ascolta, che non usa lo stesso filtro o parafrasi e metafore per evidenziare la comprensione e aggiungere qualcosa al dialogo, ma ripete esattamente le stesse parole, modulando la comunicazione paraverbale. 
L’ascolto riflessivo presuppone che l’ascoltatore guidi il dialogo e il suo ruolo di guida deve essere riconosciuto e accettato da entrambe le parti. Se manca una di queste condizioni chi parla può facilmente sentirsi preso in giro.
Inoltre nell’ascolto riflessivo l’ascoltatore deve avere piena padronanza del proprio sistema di comunicazione paraverbale ed essere perfettamente in grado di non giudicare, elemento molto difficile da applicare in alcune situazioni.

Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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