Autorizzazioni

L’esempio insegna più delle parole

Non ho dubbi che l’esempio insegni più delle parole, e che abbinando teoria e pratica si impari di più, e meglio.

Vale in famiglia, nell’educazione dei figli. Vale a scuola, nell’insegnamento.

Vale nella vita…

E qui, ora, siamo nei guai.

Siamo nei guai perché da non pochi anni abbiamo davanti esempi che, nella realtà, sono autorizzazioni per liberare i peggiori comportamenti.

Premetto che voto a sinistra e che per molti anni ho fatto attività politica in quel vecchio partito repubblicano romagnolo dove i circoli si chiamavano Casa del popolo: se hai voglia di insultarmi, comincia da qui (ma ti consiglio di non perdere tempo) e se sei un ammiratore di Elon, smetti di leggere, per favore.

Da tempo è difficile trovare, tra i cosiddetti grandi (non in senso anagrafico) esempi da seguire: è molto più facile trovare autorizzazioni ai peggiori comportamenti.

Puoi pensare che un esempio è sempre un esempio, buono o cattivo che sia, ma non è così.

Il cattivo esempio può essere l’amico che beve e ti induce a farlo, persino un padre che picchia una donna.

Fornire un’autorizzazione è ben peggiore. Spesso diciamo che alcuni politici parlano alla pancia del popolo. Scusate, ma dissento completamente.

La pancia è sede di un importante cervello che memorizza, elabora, si occupa di coraggio e autostima e dialoga con il cervello del cuore e della testa. Se davvero la pancia fosse la responsabile del seguito di certe idee o di certe persone, l’intestino avrebbe reazioni molto drastiche e il consumo di farmaci avrebbe un’impennata pazzesca… OK: il mercato dei lassativi ha incrementi notevoli, a due cifre, anno su anno, quindi forse sbaglio.

Riprendo il filo.

Ci sono due aspetti importanti da considerare.

  • Le autorizzazioni
  • La fiducia

Quando ci sono situazioni di crisi e di difficoltà le persone estremizzano.

  • Alcuni diventano più egoisti, altri più altruisti, qualcuno cerca un colpevole.
  • L’ansia diventa rabbia, il rancore diventa odio.

Se il leader si appella ai peggiori istinti, fa diventare legittimi i comportamenti legati a quegli istinti.

Hitler non ha inventato il razzismo e nemmeno l’antisemitismo. Ha però autorizzato, reso legittimo, giusto, quel razzismo e quell’antisemitismo che esisteva nel popolo tedesco annichilito e impoverito dalla sconfitta nella prima guerra mondiale.

Da tempo la nostra società ha cambiato il ranking dei valori, e il denaro è balzato spesso al primo posto. Poi, con sempre più intensità, il denaro è diventato potere e ogni modalità per ottenere denaro e raggiungere il potere è diventata legittima.

Non c’è un singolo vero colpevole di tutto ciò. Credo si tratti di una incontrollata estensione del consumismo e di altre conquiste. Quello che contesto a non pochi leader di oggi è l’esasperazione del trend, la manifestazione che tutto è legittimo per fare denaro e l’indiscriminato uso del denaro ai fini del potere.

Un po’ come quei bulli che, essendo più grandi e forti, pestano e denigrano il bambino più piccolo.

Urlare voglio e agire anche calpestando molti per ottenerlo è legittimo, se si hanno denaro e potere. Nel suo piccolo il marito che guadagna con moglie e figli a carico è legittimato, poiché ha il denaro, ad esercitare qualunque forma di potere.

C’è di più.

La democrazia è faticosa.

Lo stesso Libro dei mutamenti ricorda che il male cresce fino ad un certo punto, ma contiene in sé il germe della sua sconfitta. Il male può crollare persino senza il contributo dei buoni.

Il bene, invece, richiede azioni, lavoro e fatica per essere mantenuto, quando raggiunto.

Ottant’anni di democrazia hanno evidentemente stancato molti, che ora la danno per scontata e pensano persino di barattarla con un po’ di denaro e sicurezza (fittizia).

Un buon leader può smovere le folle, soprattutto se sono stanche.

Ed è per questo, ripensando a politici che hanno messo in gioco, e sacrificato, la vita in nome della democrazia e del bene comune, di valori in cui credo, che trovo fastidioso (è un eufemismo) certe scelte di oggi.

  • L’accoglienza ha poco a che fare con quel politically correct che qualcuno sta cercando di imporre, e l’ecologia (letta come rispetto del pianeta) non è fatta solo da campi sacrificati ai pannelli solari o auto elettriche che molti non potranno mantenere.
  • Lo sviluppo non è nei grattacieli green per pochi ricchi (e rischiano di diventare ghetti), ma nell’equilibrata crescita del tessuto sociale a beneficio comune.

Riconosco i limiti della sinistra, soprattutto quando diventa radical chic, e sono delusa dall'incapacità di offrire alternative costruttive a ciò che non piace.

Ma non posso neanche accettare una legge punitiva verso la maternità surrogata da parte di chi guarda ammirato e coltiva l’amicizia verso una persona che ha abbondantemente fatto uso di maternità surrogata: lui va bene perché è tanto, tanto ricco?

Non posso accettare i due pesi-due misure che sono invece la prassi del governo.

Vorrei rafforzare la democrazia parlamentare, non esautorarla con il falso alibi del potere al popolo, gestito in maniera strumentale, e non accetto il vittimismo dai potenti del Paese.

Per me è impossibile avere fiducia in chi parla in un modo e agisce in un altro, adducendo strani pretesti e dichiarandosi vittima di chi ha idee diverse.

Secondo me la fiducia si crea con l'esempio e la coerenza tra ciò che si dice, ciò che si fa e ciò che si è. Sono obsoleta: il vecchissimo sapere, saper fare e saper essere è ancora una linea guida fondamentale per la mia vita.

Insomma, il mondo di oggi mi è scomodo, e tanto, e anche per tanti altri aspetti.

Forse sono solo vecchia o, più probabilmente, sono sbagliata e impicciona perché ho sempre contestato a favore dei diritti civili, anche quando non mi riguardavano in prima persona.

Autore: Carla Fiorentini 12 ottobre 2025
Se facessimo una classifica di pazienti modello gli italiani non sarebbero certo ai primi posti, lo sappiamo da anni. Sappiamo che gli italiani si auto riducono i dosaggi, terminano le cure prima di quanto ha detto il medico, non rispettano le posologie, … Ora, a tutto questo, si è aggiunta una sorta di auto-riduzione dei farmaci prescritti. Ma il vero problema è che ora tutto ciò che già accadeva, e molto di più, è originato dalle difficoltà economiche in cui versano molti italiani. E se prima le autoriduzioni di posologia o durata della terapia erano frequenti soprattutto nelle patologie acute, oggi la rinuncia alla terapia, o la sua drastica riduzione, avviene soprattutto nelle patologie croniche. E raramente il medico è a conoscenza della situazione: il paziente non ha la forza, o il coraggio, di dichiarare al medico la sua realtà. Ancora una volta, dunque, è il farmacista colui che ha maggiormente il polso della situazione, e che è chiamato, sebbene non ufficialmente, a supportare il paziente. Cosa può dunque fare il farmacista? Il mio parere personale è di creare una vera e propria rete di allerta, sostegno e valutazione che coinvolga il farmacista “di quartiere” e il medico di base, che abbia anche la possibilità di intervento reale nel fornire farmaci a chi, davvero, rinuncia alle terapie per motivi economici. È un sogno, lo so. Rimanendo su azioni concrete credo che il farmacista possa fare molto con le sue capacità di sostegno e consiglio, senza sostituirsi al medico. Credo anche che il futuro sia nello sviluppo di competenze di coaching per il medico e il farmacista. Competenze che permettono di motivare il paziente, supportarlo durante la terapia, finalizzare le cure, e ridurre anche i costi in numerose sfaccettature del sistema sanitario consentendo così di ricavare risorse per fornire terapie totalmente gratuite a chi, altrimenti, non può permettersele. Un sogno anche questo, ma più facile da raggiungere rispetto al precedente.
Autore: Carla Fiorentini 28 settembre 2025
Non è, ovviamente, mia intenzione dare consigli su rimedi della nonna, antiche ricette o terapie alternative, ma solo riflettere, e farvi riflettere, su come rispondere al paziente che vi racconta di cure di supporto che, a lui, appaiono tanto efficaci. Le situazioni sono molteplici, e i rimedi sono infiniti. Si va dai consigli alimentari alle cure palliative, dai decotti alle sciarpe rosse: si usa di tutto e si sente di tutto. Talvolta sono i rimedi della nonna, altre volte sono antiche ricette lette su qualche rivista di salute, o consigli letti sul web o ricevuti da qualche amico. Siatene certi: la maggior parte dei vostri pazienti fa uso di qualche rimedio, integratore, elemento salutistico o alimento prodigioso, sia che ve lo racconti sia che stia in totale silenzio . Ci sono gli alimenti salutari, le medicine alternative, i rimedi tramandati in famiglia, le pubblicità … È chiaro che il medico dovrà valutare caso per caso, ma ci sono alcune raccomandazioni (dettate dal buon senso, oltre che dallo studio della comunicazione) che valgono sempre. Il primo consiglio è che è sempre meglio sapere tutto quello che il paziente assume o fa, soprattutto se siete il medico di famiglia che tiene le fila della sua storia clinica. Se contestate, sminuite, rifiutate o ridicolizzate ogni rimedio che i vostri pazienti ritengono efficaci ciò che otterrete non sarà l’eliminazione delle aggiunte, palliative o terapeutiche, ma solo e semplicemente il paziente smetterà di raccontarvi ciò che assume . Il secondo consiglio, strettamente correlato al primo, è che l’effetto placebo, nelle sue diverse forme, è un fattore fondamentale per la guarigione, di qualunque malattia. Visto che parliamo di rimedi della nonna citerò le parole di mia nonna, quando mi trovò (avevo circa un anno) a mangiare i chicchi d’uva raccolti da terra poiché non arrivavo ai filari: quel che non strozza, ingrassa. Quello che non fa male, va bene. Imparate quindi ad accettare quei rimedi che non fanno alcun danno, e accettateli di buon grado. Eliminate, invece, drasticamente ciò che è rischioso o, meglio ancora, sostituitelo con qualcosa che sia innocuo o davvero di supporto. Potrete così mantenere alto l’effetto placebo e, contemporaneamente, conservare la fiducia del vostro paziente e un alto livello di dialogo.
Autore: Carla Fiorentini 28 settembre 2025
Un pizzico di teoria utile in un video
Autore: Carla Fiorentini 7 settembre 2025
Dal mio libro Quattro passi in galleria- quando non vedi la fine del tunnel, arredalo , che si può acquistare on line oppure ordinare in libreria, Il racconto del momento in cui sono stata costretta a tagliare i capelli, che sarebbero caduti (tutti!) con la chemioterapia
Autore: Carla Fiorentini 7 settembre 2025
Riflessioni
Autore: Carla Fiorentini 4 settembre 2025
Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.
Autore: Carla Fiorentini 4 settembre 2025
Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.
Autore: Carla Fiorentini 30 agosto 2025
Un libro meraviglioso e, credo, particolarmente utile in questo periodo in cui la scuola va protetta, ripensata, resa più utile…
Autore: Carla Fiorentini 8 giugno 2025
Non sono pazza: l’attuale presidente degli USA ha di fatto rinunciato al potere.
Autore: Carla Fiorentini 16 marzo 2025
Spesso le diverse parti di noi discutono tra loro ...
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