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L’orgoglio dell’insegnante

Affaticato, frustrato, sottopagato…

L’insegnamento è un lavoro faticoso, spesso frustrante e in Italia indubbiamente sottopagato.
E poi gli alunni sono rumorosi, talvolta maleducati, i genitori ingombranti e spesso pretenziosi.
È tutto vero, ma ciò che preoccupa è che gli insegnanti, spesso, si sentano poco stimati. No, non vivo sulla luna. Ho sentito anch’io commenti sgradevoli e considerazioni decisamente fastidiose. 
  • Hanno tre mesi di vacanza
  • Lavorano poche ore al giorno
  • È un lavoro talmente mal pagato che può essere solo il secondo lavoro, o il secondo stipendio in famiglia
  • È un lavoro da donne: lascia il tempo per la famiglia e tanto le mantiene il marito (questa è, secondo me, la frase peggiore)
Cerchiamo, però, di fare alcune riflessioni.
Conosco molti insegnanti orgogliosi del proprio lavoro. Sanno di avere enormi responsabilità, si preoccupano dei loro studenti, si aggiornano costantemente, cercano, faticosamente, un equilibrio tra lavoro e vita privata. Rispettano i colleghi. Amano la professione che hanno scelto, pur conoscendone pienamente i problemi e le difficoltà. 
So (ho anche conosciuto) di insegnanti che considerano il loro lavoro un ripiego, sfogano le frustrazioni in maniera isterica sugli alunni, conoscono a malapena la loro materia di insegnamento e i concetti di educazione e cultura sono per loro familiari quanto la teoria delle stringhe, cercano (e talvolta ci riescono) di approfittare di ogni legge esistente, disposti a barare se non ne hanno diritto…
Morale della favola?
In realtà ci sono due elementi importanti.
  • Il primo è che chi fa il furbo (in tutte le sfaccettature) è generalmente in primo piano, e danneggia tutti.
  • Il secondo è che non si può chiedere rispetto se non dopo aver dato rispetto. Viviamo in un mondo giudicante in maniera feroce e basta una, anche minima, percentuale di furbetti per disastrare intere categorie. Bisogna imparare a separare il grano dal loglio, rispettare se stessi e il proprio lavoro, svolgerlo al meglio, esserne orgogliosi.
Credo che ciò valga in particolare per gli insegnanti, responsabili dell’educazione prima ancora dell’istruzione, di formare persone, fondamentali formatori del nostro futuro.

Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Riflessioni e auguri per il nuovo anno
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Pronti per il nuovo anno?
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Nella vita capita che ci siano giorni di Natale strani…
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Non è facile, ma si impara a vivere nell’incertezza.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Un patto complesso e composito
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