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Dialogo interiore

Spesso le diverse parti di noi discutono tra loro ...

Ciascuno di noi chiacchiera con se stesso. Anch’io e ogni tanto mi sgrido un po’.

👿 Stai rompendo l’anima a tutti con il tuo stress. Continui a lamentarti!

🤦‍♀️ È vero, e non va bene, ma mi sento sopraffatta. Cosa dovrei fare? Dire che va tutto bene?

👿 Sui social si raccontano i successi, non i problemi. Soprattutto perché leggono anche persone che magari ti seguono perché vogliono rivolgersi a te come coach, o mentore

🤦‍♀️ Preferisco che sappiano anche le mie fragilità. Io diffido di chi ha solo successi o, ogni tanto, racconta di aver avuto problemi sempre brillantemente risolti. Ci sono difficoltà che si superano, ma non ti fanno diventare wonder woman!

👿 Qui non posso darti torto. Però in questo periodo sembra che tu stia affrontando il drago. Non sei la sola che trasloca, sai?

🤦‍♀️ Certo che no! e ho già traslocato più volte e ho avuto anche sfighe da trasloco.

👿 La solita paura del cambiamento!

Questo non lo puoi proprio dire!

👿 Panico da lasciar andare?

🤦‍♀️ Panico no. Difficoltà sì e paradossalmente difficoltà nel lascia andare le cose.

👿 Questo lo capisco. Sei stata costretta a lasciar andare le persone, fisicamente, e ti sei attaccata alla sicurezza delle cose. Però lo sai: ti hanno trovato la sindrome abbandonica anche nell’oroscopo junghiano… Ormai sei adulta: dovresti aver superato tutto ciò.

🤦‍♀️ Che fesseria. Spesso gli adulti hanno meno coraggio dei bambini. Lo sai che quando ci sono difficoltà trovo le risorse nella mia parte infantile: è la parte migliore di me.

👿 Fai un po’ quello che ti pare, ma smetti di lamentarti!

🤦‍♀️ 😜Se non ti va bene, smetti di leggere. E poi di questi tempi fare le vittime va bene, è di moda: lo fanno persone di grande successo e potere.


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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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