Scuola e Comunicazione

Scuola e Comunicazione


Una pagina dedicata alla scuola: le tecniche di comunicazione e gestione in ambito scolastico, riflessioni sulla scuola, consigli pratici e riflessioni utili a chi lavora nella scuola.


(la scuola che vedi nella foto è quella dove ho studiato io)


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Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Un insegnate può fare la differenza
Autore: Carla Fiorentini 14 ottobre 2024
Il patto di fiducia scolastico si è sfilacciato poco a poco, e ora rimangono pochi, sottilissimi fili.
Autore: Carla Fiorentini 23 settembre 2024
La nostra vita, e il nostro ben-essere, sono fortemente influenzati dai patti di fiducia.
Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Da molti anni il mondo delle aziende utilizza quello che viene definito management by objective : gestione per obiettivi . Si tratta di definire uno o più obiettivi e perseguirli per un certo periodo di tempo. La scuola si è poi adeguata, anche se non sempre parla di obiettivi o di piani strategici, ma si affida ad una serie di sigle e burocrazie che, più o meno, hanno la stessa funzione. Parlare quindi di obiettivi per il nuovo anno scolastico è del tutto legittimo. Eppure … La gestione per obiettivi ha, da tempo, evidenziato una serie di limiti e problemi nel mondo aziendale , ed è triste vedere la scuola che, in ritardo, si adegua ad imitare anche gli errori dell’industria. Attenzione, però, non prendere questo come una scusa per non pianificare il nuovo anno alle porte, anzi. Si tratta di aggiungere, non di togliere. Se mi seguite sapete bene che io mi fisso una serie di obiettivi, in diverse occasioni, dunque apparentemente faccio qualcosa che ho appena dichiarato inutile. Dov’è il trucco? Gli obiettivi servono, funzionano, hanno un senso solo se inseriti in un contesto di Vision, cioè di aspirazione e desiderio globale di realizzazione di qualcosa di importante. La Vision offre il contesto da realizzare, gli obiettivi discendono da questo e permettono, a loro volta, di tradurre in azioni pratiche e giungere alla realizzazione concreta. Il consiglio è quindi di utilizzare queste ultime settimane prima dell’inizio delle lezioni per identificare la vostra Vision, in vostro sogno per il nuovo anno. Ti chiedi quali sono le differenze sostanziali tra obiettivi e vision? La risposta, per quanto limitata all'essenziale, è nella vignetta qui sotto. Gli obiettivi sono, sostanzialmente, contenuti anche nei programmi ministeriali. Personalmente suggerisco di dedicare un po' di tempo a ragionarci su, declinarli, scriverli con un linguaggio che risuoni. Tuttavia gli obiettivi sono fortemente razionali: cosa insegnare, come, in quali tempi, quali livelli di conoscenza far sviluppare negli studenti... In pratica, gli obiettivi servono per riempire il secchio delle competenze. La vision è il sogno da condividere e realizzare insieme alla classe, e ad ogni singolo studente. In pratica, quale fuoco accendere. Nella vision possiamo stabilire che tipo di atmosfera vogliamo creare, quali valori desideriamo trasmettere, che insegnante desideriamo essere, quale impronta lasciare per il futuro della classe e di ogni singolo studente, e molto altro.
Autore: Carla Fiorentini 6 luglio 2024
Ho un’età in cui, ogni tanto, serve guardarsi indietro e fare dei bilanci per poter andare avanti.
Autore: Carla Fiorentini 23 giugno 2024
Per far fruttare le vacanze
Autore: Carla Fiorentini 26 maggio 2024
Quando andavo alle scuole elementari, la posizione obbligatoria per ascoltare la maestra che leggeva, o spiegava, era quella “in seconda”: sedute, schiena dritta, testa alta e mani dietro la schiena. Non era sempre facile: a volte si stava così per oltre un’ora. Si penava parecchio. Oggi le cose sono cambiate, c’è più libertà e maggior rispetto per la libertà di movimento dei bambini. Eppure … Su molti aspetti della comunicazione è stata dimostrata una relazione molto stretta: le parole e le costruzioni delle frasi che usiamo manifestano il nostro modo di pensare, il respiro è strettamente unito allo stato d’animo, i nostri gesti e la nostra postura rilevano di noi più di quanto noi stessi vorremmo. Ed è anche stato dimostrato che chi assume, durante l’ascolto, una posizione di chiusura (spalle curve in avanti, braccia conserte, e così via) recepisce fino al 60% in meno rispetto a chi, invece, ascolta assumendo una postura aperta. È davvero la posizione che influenza? Difficile a dirsi! Infatti la postura di chiusura viene, sicuramente, assunta per esprimere, più o meno consciamente, la volontà di non ascoltare, di non lasciarsi influenzare e di rifiutare tutto ciò che viene detto. Ma stante la stretta interazione tra postura e pensiero, se chi non vuole ascoltare è “costretto” ad assumere una posizione aperta, anche la sua intenzione di non sentire viene in buona parte annullata. Quindi, pur con tutto il rispetto per la mobilità e la libertà degli studenti, pur eliminando drasticamente quelle sgridate (e qualche scappellotto) che hanno subito quelli della mia generazione, potrebbe essere utile e saggio abituare gli studenti, quanto più possibile, ad assumere una postura corretta quando ascoltano le lezioni, con i dovuti modi, e magari offrendo loro le motivazioni della richiesta. D’altra parte, in genere, i più restii a stare seduti in posizione corretta sono i cinestesici, generalmente più irrequieti, ma sono anche coloro che in linea di massima accettano volentieri di fare o imparare qualcosa che abbia una buona ragione pratica per essere fatta o appresa .
Autore: Carla Fiorentini 5 maggio 2024
Amo i cartoni animati e, spesso, sono fonte di saggezza
Autore: Carla Fiorentini 10 aprile 2024
Amo i cartoni animati e, spesso, sono fonte di saggezza
Autore: Carla Fiorentini 16 marzo 2024
Feedback : letteralmente significa riscontro. Se poi cerchiamo nel dizionario di italiano dei sinonimi per "Riscontro" troviamo confronto, raffronto, verifica. Certo, con la moda dei vocaboli inglesi che imperversa, tutti abbiamo usato il termine feedback a proposito e a sproposito. Nelle aziende il feedback è di gran moda. Ti do un feedback della tua presentazione in riunione. Ti mando il lavoro, poi mi dai un feedback? Una parte della retribuzione è legata al raggiungimento degli obiettivi. La valutazione degli obiettivi viene fatta una volta all'anno, ma durante l'anno sono necessari almeno tre feedback. Tutte frasi che ho sentito innumerevoli volte. Ma cosa vuol dire, esattamente, feedback? Che caratteristiche ha un feedback? In comunicazione, nella programmazione neurolinguistica e nel coaching, il termine feedback ha un significato ben preciso. Però, purtroppo, in molti casi si usa il termine e si butta il significato. Recentemente mi è capitato di chiedere "cosa intendi per feedback" ad alcuni funzionari d'azienda che usavano il vocabolo ad ogni piè sospinto. Queste sono alcune delle risposte, e vi risparmio le peggiori. Un giudizio di cosa è stato fatto di positivo e negativo. Una valutazione di cosa è giusto e cosa è sbagliato. Un'analisi di cosa va bene e cosa non va. Una indicazione di cosa una persona deve fare e cosa no. Anche ponendo domande e chiedendo chiarimenti, solo raramente sono riuscita ad ottenere qualcosa che si avvicinasse al nocciolo del concetto. Il fatto è che queste definizioni non sono totalmente errate, ma sono drammaticamente parziali. perché il bello del feedback è il "cosa" analizza, molto più del "come" fa l'analisi . E ne parlo in un sito di didattica e comunicazione perché il feedback è esattamente ciò che gli insegnanti dovrebbero dare, ma non sempre accade. Il feedback è un'analisi e una valutazione. Ciò che conta è che viene analizzato e valutato quello che è stato fatto in funzione dell'obiettivo che si voleva raggiungere, ma non viene mai valutata la persona. Esistono vari modi per valutare un compito, o un lavoro svolto in azienda, o perfino un comportamento. Il tuo comportamento in riunione è stato deprecabile. Hai parlato quando non eri interpellato e non hai risposto esaurientemente alle domande che ti erano state fatte. Sicuramente è una valutazione dura e severa, ma può essere necessaria. La stessa situazione potrebbe però anche essere espressa così: Sei un cafone logorroico e un incompetente. In riunione hai parlato troppo e a sproposito e non hai saputo rispondere alle domande. Nel primo caso l'accento è stato posto sul comportamento errato, ma nel secondo caso è stata attaccata e condannata la persona, e questo (oltre ad essere inaccettabile) non è un feedback , con buona pace di tutti i cosiddetti manager che si avvalgono del loro biglietto da visita e dei loro inglesismi per sentirsi importanti.
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