Dice il percorso del Viaggio dell’eroe che, una volta trovato il coraggio di varcare la soglia, si trova un mentore. Il mentore si trova, e non sempre corrisponde alla figura che si sta cercando, ma sicuramente è ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento. Bisogna solo saperlo accogliere.
È ovvio che il medico, nel suo viaggio, abbia un mentore accanto, ma non sempre lo riconosce.
Si pensa che il mentore sia un docente universitario, il professore che permette l’accesso alla specializzazione, il primario, il direttore…
Si cerca il mentore nelle posizioni apicali che si incontrano nella professione, ma non è detto che sia così.
Il mentore, quello vero, è colui che ci guida nell’essenza della professione, che fa capire tutto il valore del giuramento di Ippocrate, che insegna la comunione tra persone e professione medica.
C’è, si incontra, e per diventare grandi medici è importante riconoscerlo e ascoltarlo, perché il grande medico è colui che percorre il suo viaggio, non chi ha solo titoli roboanti o studi lussuosi.
E non possono mancare due parole sui compagni di viaggio, preziosi, e talvolta guide loro stessi.