Insegnare ad ascoltare non richiede la riforma scolastica, né stanziamento di fondi.
E in cambio si regala all’alunno qualcosa che vale per tutta la vita.
Per prima cosa desidero ricordare l’importanza del respiro: imparare a respirare è un esercizio trasversale per molte delle soft skills.
È indubbio che un alunno che ascolta riesce ad apprendere più facilmente, ma ricordatevi che, soprattutto nei primi anni, la capacità di ascolto va di pari passo con la capacità di porre domande anche imbarazzanti e cogliere le vostre contraddizioni: siete avvertiti!
Un ascolto un po’ speciale, e molto formativo, è l’ascolto del silenzio.
Un amico, insegnante di musica, ha fidato i suoi alunni ad ascoltare il silenzio per un intero minuto, portandoli poi man mano fino a cinque. Ai ragazzi è piaciuto, e dalle loro riflessioni successive è risultato evidente che ne hanno tratto idee e benefici.
Un altro ascolto interessante è quello dei testi delle canzoni, soprattutto in lingua straniera.
La scelta della canzone non è facile (e soprattutto per noi adulti non è semplicissimo apprezzare quella forma di ascolto quasi ossessivo necessario per capire i testi su una canzone che, spesso, ci sembra quanto più orribile tanto più gradita ai ragazzi.
Poi c’è l’ascolto di un film, o di un libro, da fare senza guardare e creandosi le immagini dei personaggi nei minimi particolari. Si tratta di combinare udito e vista interiore, e verificare come i due sensi siano strettamente collegati.
E ancora …
Potete tenere una normale lezione, avvertendo i vostri alunni che inserirete alcune parole “sbagliate”, sfidandoli a coglierle durante la lezione.
Vi suggerisco anche di porre il problema: evidenziare l’importanza dell’ascolto e chiedere direttamente ai vostri alunni cosa suggeriscono per migliorare le loro capacità di ascolto. In questo modo non solo stimolerete la loro fantasia e il loro problem solving, ma sarete anche sorpresi da quello che riescono a inventare!