Una delle frasi più pronunciate a fronte di una diagnosi difficile è: il mio mondo è andato in pezzi. Banale, forse, ma rappresenta l’inizio di un’esperienza totalmente nuova che può essere gestita con l’aiuto del viaggio dell’eroe.
E conoscere il percorso, i tasselli del viaggio, può essere utile al medico perla gestione del paziente.
Anche il medico compie un viaggio dell’eroe, nella sua vita e rispetto alla sua professione. Sì, perché abbiamo e percorriamo tanti viaggi all’interno del grande viaggio della nostra vita.
Nel medico si possono riconoscere i diversi archetipi, e le fasi del viaggio. Questo aiuta a spiegare tanti perché e può anche essere un aiuto per evitare periodi difficili o fenomeni di burnout.
Nei miei studi sul viaggio dell’eroe ho letto molti libri, la maggior parte dei quali erano relativi al viaggio come strumento di crescita personale. Poi ho trovato testi sul viaggio dell’eroe nel management, per la gestione dei collaboratori.
Ho trovato pochissimo sul viaggio dell’eroe in relazione alla salute. Poi mi sono ammalata, io, e il mio viaggio dell’eroe attraverso la malattia è stato uno strumento prezioso per conoscermi, capirmi e gestire quei momenti difficili.
Inoltre la frequentazione di ospedali, day hospital, medici a profusione e pazienti come me mi ha regalato una palestra per capire se ciò che stavo esaminando in me e vivendo io stessa poteva essere utile anche per comprendere i percorsi degli altri: lo è stato.
Da allora, poco a poco, ho inserito il viaggio dell’eroe nei miei corsi di gestione delle esperienze difficili e nei percorsi di mentoring e coaching per pazienti e caregiver.
Il passo successivo, stimolato dal covid e dalle statistiche sul burnout in medici, farmacisti e personale sanitario, è l’impego del viaggio dell’eroe come supporto per gestire la relazione tra professione e professionista. Ed eccomi qui.