La prima riflessione è, ovviamente, sulle neo-mamme lasciate sole, ma su questo è già stato detto e scritto molto.
La seconda riflessione è sull’assistenza che si riceve in ospedale.
Poi è toccato a me, e ho ricordi di attenzione massima nel piccolo ospedale di Lugo, e di vera maleducazione e cattiveria nel grande policlinico di Milano.
Il vero cambiamento post covid è che i parenti non possono più assistere, compensare la carenze di personale e le carenze umane del personale.
Il grande problema del post covid è che sono aumentati ansia e rabbia, e sono stati sdoganate la disattenzione e la disumanità.
Mi stupisce solo in parte.
Da molti anni mi occupo di comunicazione in ambito salute, sia in prima persona sia seguendo progetti di altri. È un argomento che non interessa granché.
L’altro, intendo l’altro essere umano, non interessa granché, se non come spazio di pettegolezzo o strumento di potere, utile utensile, e questo non solo in ambito salute.
E, invecchiando, mi rendo conto che le notizie che non vorrei mai leggere diventano ogni giorno di più, al punto che sto imparando a schivarle.
Ricordo che a 16-17 anni ero riuscita a leggere moltissima letteratura sulla seconda guerra mondiale e sull’olocausto: tutti libri che non sono mai riuscita a rileggere.
In questi 35 anni forse non è cambiato il mondo, ma sono cambiata io. O, forse, il mio desiderio che il mondo migliorasse è stato disilluso, e io sento una specie di fallimento per la mia generazione.