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Managerialità quotidiana

Difficile stabilire criteri per definire la “qualità del medico”, ma …

Come si fa a definire un bravo medico? 
Lascio il dilemma a persone più idonee di me. Tuttavia già dall’antichità era comunemente accettato, e accertato, che la capacità di diagnosi e di terapia erano elementi necessari, ma non sufficienti, per “un bravo medico”.
Il dibattito percorre i secoli, ed è tuttora vigente, con alcune tappe, anche recenti, che (vi confesso) mi creano un po’ di confusione.
Alcune cose mi sono ignote, altri elementi mi sfuggono, ma so per certo che un bravo medico è un bravo manager.

Ed ecco che molti amici medici si scagliano contro questa affermazione. Infatti esiste una strana confusione sul significato di managerialità del medico. 

La varie riforme del sistema sanitario e gli accaniti tagli alla sanità danno, infatti, spesso l’impressione che la managerialità del medico veda coinvolta solo la gestione economica. Nulla di più falso!

È vero che, abitualmente, un manager ha responsabilità economiche, ma non è sicuramente la capacità di maneggiare il denaro che distingue un buon manager da un manager mediocre. Né in azienda, né in campo medico.
Il manager gestisce prima di tutto le persone e le situazioni.
Così un medico mette in campo la sua managerialità nel gestire quotidianamente il paziente. Questo è il primo e più importante banco di prova per il medico del sistema sanitario nazionale.
In ambito ospedaliero, invece, il principale banco di prova della managerialità del medico è nella sua capacità di creare un team coeso e sinergico con le diverse persone e funzioni che dovrebbero collaborare strettamente. E anche questa è managerialità quotidiana. 
La managerialità non si improvvisa. Si impara, si acquisisce, si conquista poco a poco, spesso con fatica. Perché la managerialità è fatta da tanti elementi: l’ascolto, il dialogo, il team working, il rispetto, il sapere, saper fare e saper essere. 
Si può imparare da un capo, da una serie di corsi, dal mettersi costantemente in gioco. Si impara dai propri errori. E si impara dai propri dipendenti. 
E si impara sempre, migliorando sempre.

Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Riflessioni e auguri per il nuovo anno
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Pronti per il nuovo anno?
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Nella vita capita che ci siano giorni di Natale strani…
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Non è facile, ma si impara a vivere nell’incertezza.
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