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Ribaltare i modelli mentali La mancanza di autostima

Ecco un argomento in cui mi sento un’esperta. E che va davvero ribaltato!

Autostima: fiducia e stima nei propri confronti.
Cerco informazioni sul web:
  • avere autostima significa essere a proprio agio e stare bene con se stessi. Sentire di essere “una persona che ha un valore” permette di affrontare la vita senza eccessive paure di sbagliare, affrontando con positività e proattività i problemi della vita, del lavoro, della relazione di coppia
  • l’autostima è un concetto distinto dall’auto-efficacia, che implica quanto credi di riuscire a gestirai bene le tue azioni, le prestazioni o le tue abilità.
E faccio l’ennesimo test, sempre, più o meno, con lo stesso risultato.
Autostima bassa Frequentemente ti senti scoraggiato, poco adatto o non in grado di affrontare le diverse situazioni che ti si presentano. Questo ti capita soprattutto quando devi affrontare situazioni nuove o quando sei sottoposto al giudizio altrui: in questo caso, diventi super critico verso te stesso, minimizzi le tue capacità e i tuoi risultati. Inoltre, tendi a non accettare ciò che gli altri ti dicono, soprattutto se sono cose positive su te stesso. Suggerimento: dai importanza a ciò che gli altri ti comunicano, senza farti scoraggiare e influenzare dall’idea distorta che hai di te stesso. Il primo ostacolo sei tu: non buttarti giù.
Ci sono anche test più benevoli, che mi concedono un risultato nella media, ma mai, nei miei tanti anni di sperimentazione, un test mi ha detto che ho un’autostima alta.
Presumibilmente è adeguata al mio reale livello di valore. 

E qui comincio a ribaltare, e a contestare.

Quello che contesto non è il valore dei test, ma le conseguenze che vengono generalmente attribuite al fatta di avere bassa autostima.
Leggo, girellando sul web, che “la mancanza di autostima genera ansia, è l’autostima quella che porta al successo, l’autostima è fondamentale per ottenere il meglio dalla vita … Chi ha scarsa autostima si sente inadeguato, evita di mettersi in mostra, ha spesso paura, …” 
Sono tutte frasi tratte da fonti varie, attendibili, e tutte sicuramente vere
Però… cominciamo dall’inizio.
  • Non sono una persona ansiosa. Anzi, a detta dei miei familiari soffro scarsamente di ansia e riduco l’ansia in chi mi sta vicino.
  • Mi sento inadeguata: sì, assolutamente sì. Evito di mettermi in mostra: anche questo è un deciso sì, che però non mi impedisce di parlare in pubblico, tenere corsi in aula come relatore, e svolgere attività che richiedano di essere al centro dell’attenzione. Fa parte del gioco!
  • Non ottengo il meglio da me stessa: qui non sono d’accordo. Chi può definire se ottengo o no il meglio da me stessa? Se penso a quello che, secondo me, so fare rispetto a quello che faccio, ottengo da me stessa molto più del meglio! 
  • Ho spesso paura. Sì, forse, o forse convivo con le mie paure da talmente tanto tempo da non sentirle più, o talvolta la paura mi spinge a superarla, come una sfida. Ho vinto alcune paure, quelle che mi bloccavano, gestisco le altre, ogni tanto tento di eliminarle.
  • La mancanza di autostima mi impedisce di ottenere successo. Questa è la frase più strampalata di tutte.
Perché prima di definire se è vero o no bisogna decidere cos’è il successo. Se il successo è il potere, o la ricchezza materiale è vero che non li ho raggiunti, ma non so se sia perché non mi interessano o perché ho scarsa autostima. Se il successo è l’acclamazione popolare, il trionfo di apparire sui rotocalchi (frase obsoleta, lo so), è indubbio che non ci sia arrivata. Se il successo è la carriera … tutto sommato ne ho fatta molto più di tanti ex colleghi con altissima autostima.

Ma se il successo è, come penso, il quotidiano benessere, il costante miglioramento, il superamento dei propri limiti, la qualità di vita, il mettersi alla prova e farcela, allora, cari amici dotati di autostima, forse noi poveri tapini abbiamo qualcosa da insegnarvi.

Perché, secondo me, conta poco se l’autostima è bassa o alta, ciò che conta è evitare di crogiolarsi sugli allori se è alta ed evitare di farsi bloccare se è bassa. Con tutte le mie paure di sbagliare, timore di non farcela, certezza che in ogni caso si può far di meglio, io ci provo. Ci provo giorno per giorno. Anche questo è successo, credo.

Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
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