Il paziente e i tre cervelli

Recentemente nell’articolo Butta il cuore oltre l’ostacolo! ho accennato alle recenti acquisizioni scientifiche sui tre cervelli: testa, cuore e pancia. 

Torniamo ora a parlare dei tre cervelli e dell’atteggiamento del paziente
Le tre reti neuronali complesse che abbiamo sono state ampiamente dimostrate: testa, cuore e pancia agiscono come tre distinti cervelli e ci guidano, anche in presenza di malattia.
Questo influisce sul paziente e sul suo rapporto con la malattia, le terapie e il personale sanitario? Ovviamente sì!

Il cervello della testa è razionale, ed è deputato alla creatività e all’immaginazione. Quello nel cuore è invece dedicato alle emozioni, alla compassione, e quello della pancia si interessa ancora di emozioni, ma soprattutto di coraggio.

Quando i tre cervelli sono concordi e allineati … siamo al top, ma non è così frequente.

Gli aspetti da considerare, ora, sono molti. Comincio ad accennarli: ci sarà tempo per approfondire.
Il primo aspetto è quello del cambiamento indotto dalla malattia, in particolare se si tratta di malattia grave o progressivamente invalidante. Generalmente spariscono le certezze e i meccanismi di pensiero e di reazione consolidati e validi fino a quel momento mostrano tutti i loro limiti.
  • Così il paziente dominato dalla testa potrebbe scoprire le emozioni, o la paura, o potrebbe continuare ad aggrapparsi alla sua creatività e immaginare il peggio.
  • Il paziente dominato dal cuore potrebbe venir travolto dalla compassione, e magari rivolgerla su se stesso al punto di attivare un meccanismo da vittima o da martire.
  • Il paziente dominato dalla pancia spesso scopre che il coraggio gli viene meno proprio in quel momento, in cui è più che mai necessario, o al contrario potrebbe rivelarsi un Don Chisciotte che prova ogni fantasioso esperimento terapeutico.
L’altro fattore da considerare è quale dei tre cervelli è poco attivo o, meglio, poco ascoltato e non allineato.
  • Se la testa è latitante potrebbero esserci difficoltà di compliance o sfiducia nelle terapie più tradizionali, o ancora potrebbe insorgere una difficoltà nell’immaginare la vita in presenza di malattia ed esserci un conseguente totale abbandono.
  • Il paziente in cui il cuore non viene ascoltato nega le emozioni, finge che la malattia si in fondo solo un fatto organico, ma le emozioni represse e non riconosciute hanno la sgradevole tendenza di farsi largo, amplificate, in altro modo.
  • Il paziente che rifugge i messaggi della pancia potrebbe aver difficoltà ad accedere alle risorse di coraggio per far fronte alla malattia.
Come avrete notato ho usato sempre i verbi al condizionale. La motivazione è che, per quanti studi, ricerche, certezze scientifiche, possiamo cercare e trovare, il malato è un sistema complesso in cui le equazioni matematiche non funzionano. La malattia può scatenare, positivamente, risorse inaspettate o nascondere, negativamente, certezze acquisite. Le conoscenze del medico, del paziente e dell’operatore sanitario servono soprattutto per avere un filo da seguire che, come il filo di Arianna, è un orientamento nel labirinto dell’individuo che rimane, sempre, unico e singolare.

A presto.

Per conoscere la tecnica di allineamento dei tre cervelli e guardare il video di presentazione in italiano, vai al sito di mBraining Italia
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