Filtri sensoriali e ampliamento della mappa del mondo
Il potenziamento dei filtri sensoriali aiuta ad ampliare la mappa del mondo

I cinque sensi sono il primo, e principale filtro, per la creazione della mappa del mondo.
Non c’è dubbio che se avessimo ciascuno dei cinque sensi al massimo del proprio potenziale avremmo una mappa del mondo più ampia, e potremmo renderla estremamente più utile e flessibile.
Se provate ad entrare in una stanza buia, immediatamente il nostro udito si fa più attento, e il tatto più sensibile. È noto che solitamente chi ha uno dei cinque sensi danneggiato sviluppa e potenzia gli altri, in un fenomeno di compensazione.
I nostri sensi funzionano, per la nostra visione del mondo, un po’ come una volta si usavano i filtri colorati da mettere davanti all’obiettivo della macchina fotografica.
Potenziare e sviluppare i nostri sensi ci rende quindi più completi, flessibili, abili, e ci permette di capire meglio gli altri.
Vi ho già parlato degli esercizi di sviluppo e potenziamento dei filtri sensoriali in diversi articoli Sviluppare i filtri sensoriali.
Ciò che vorrei ora raccomandarvi è che potete anche utilizzare alcuni stimoli dei filtri sensoriali per aiutare il paziente.
Infatti il concetto di filtro sensoriale, o di sistema rappresentazionale, è utile anche nella gestione del paziente.
Da un lato c’è l’adeguamento del farmacista al filtro sensoriale del paziente, ad esempio nel linguaggio o nell’uso del paraverbale, per far sentire il paziente più accolto e compreso, o per trasmettere in maniera più comprensibile le indicazioni terapeutiche, dall’altro c’è lo stimolo verso un filtro sensoriale diverso per aiutarlo a cambiare prospettiva quando è necessario.

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







