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Come passare dalla discussione alla lite

Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.

Avere opinioni diverse è frequente, ed è sano. Gli scambi di opinione servono, vanno bene, ed è facile che si trasformino in una discussione.

Per passare da uno scambio di opinioni a una vera lite, invece, serve una notevole abilità. Quindi, considerando il mondo attuale pieno di rabbia, ti offro alcuni suggerimenti per trasformare un banale scambio di opinioni in una lite fantastica.


Mettiamo il caso di una coppia. Uno dei due (A) cucina qualcosa di nuovo. L’altro (B) si mostra perplesso.

  • A: ti piace?

Si potrebbe mentire, ma B sceglie la sincerità.

  • B: non tanto. Mi sembra troppo speziato.

A potrebbe limitarsi a dire “peccato, a me piace” e tutto finisce qui, o potrebbe fare commenti sul valore alimentare delle spezie, e potrebbero parlarne.

Per far sorgere la lite serve una notevole abilità e una buona dose di fantasia.

  • A: ecco, ho cercato la ricetta, comprato gli ingredienti, cucinato per ore e tu non apprezzi.

È un inizio, ma insufficiente. Alternative?

  • Non apprezzi mai niente di quello che faccio per te!

Molto meglio, soprattutto se detto con tono di voce alterato. A ha alzato il livello della discussione e il “mai niente” è un tocco di classe: l’uso della generalizzazione (mai) è utile.

Per migliorare ancora si potrebbero richiamare vecchie liti e rancori, ed evidenziare “tutto quello che faccio per te è sempre molto di più di quello che fai per me” o “cucinare dopo una pesante di lavoro è stato un grande sacrificio, e tu disprezzi e svaluti quello che faccio”.

Ecco, va quasi bene, perché B ha diversi spunti per reagire e, se lo fa con sufficiente rabbia e magari rinfacciando a sua volta vecchi rancori, è certo che uno dei due uscirà sbattendo la porta o almeno dormirà sul divano.

Capito il trucco?

Alzare il tono della voce e il livello del contendere, spostando l’argomento su qualcosa di più importante e profondo del motivo iniziale è un’ottima modalità.


Per scatenare la lite è anche utile far sentire l’altro in colpa, possibilmente con un’affermazione che, nel contempo, possa ferire. Questo fa sì che al 90% scatti un meccanismo di autodifesa che comporta una reazione simile.

E poi ci sono le frasi quasi infallibili, da buttar lì nel bel mezzo della discussione. 

Tutti dicono che ho ragione io!

Vittoria per 3 a 0 quasi certa.

Già, perché si parte con un’altra generalizzazione (tutti), che è sempre un’ottima forma per chiudere la porta a pareri diversi.

Dicono che ho ragione io. Io ho ragione, tu hai torto.

  • Un punto per la soddisfazione dell’ego,
  • un punto per aver affermato la superiorità
  • e un punto per aver schiaffeggiato l’autostima dell’altro, che ha ovviamente torto.

Certo… si potrebbe reagire.

  • Chiedere chi sono i “tutti” di preciso (metodo classico per smontare la generalizzazione)
  • Chiedere esplicitamente su che cosa ha ragione, magari insinuando che sia stata data ragione per un descrizione artefatta e falsata del motivo iniziale del contendere.

Ma così si rischia una faida che prosegue per generazioni!

Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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