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I riti di passaggio

Si avvicina il nuovo anno e io mi preparo con favole, esercizi, riflessioni, oracoli. Ecco l’inizio.

Ogni cultura ha, o aveva, riti dedicati ai momenti di passaggio.

Le culture che definiamo primitive hanno specifici riti per il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, o dall’adolescenza all’età adulta. Noi ne avevamo, e spesso ne sono rimasti residui che quasi non riconosciamo, come il veglione di Capodanno.

Anche i riti della religione cattolica, ad esempio, sono riti di passaggio che scandiscono il ruolo nella comunità: battesimo, cresima, matrimonio, funerale.

Uscendo dalla religione cattolica, posso ricordare il viaggio in Europa che veniva compiuto dai giovani (ricchi) inglesi al termine degli studi e prima di prendere il loro posto in società, pensare al matrimonio o agli affari. Per le ragazze c’era il debutto in società.

Gli antropologi hanno individuato riti di passaggio in tutte le culture e società, alcuni davvero strani.

Un libro che io amo particolarmente descrive un rito di passaggio tra adolescenza e età adulta finalizzato a scoprire il proprio dono e il proprio compito nella vita. Mi aveva molto colpito, ma è un libro phantasy. Però mi aveva incuriosito e ho poi cercato e scoperto che esistono riti simili, esattamente con lo stesso scopo, ad esempio tra i Nativi americani.

E poi, spesso, abbiamo alcuni riti personali, o familiari, più privati.

Il fatto è che i riti del passaggio hanno uno scopo, una funzione ben precisa: lasciar andare il vecchio e aprire lo spazio per il nuovo.

Se abbiamo le mani, o il cuore, occupati da tristezza, rimpianti, rancori, diventa difficile permettere al nuovo di arrivare, e trattenerlo.

Anche i passaggi del Viaggio dell’eroe sono scanditi, e riconoscibili, dal lasciar andare qualcosa relativo alla paura per accogliere qualcosa collegato all’amore.

Io credo che il passaggio da un anno all’altro vada accompagnato da alcuni riti. Certo, per me è più semplice e più ovvio: nell’arco di un paio di settimane ho sia il compleanno che il nuovo anno, con in mezzo il Natale che ha un significato speciale.

Gli anni, le esperienze, mi hanno portato a costruirmi dei riti di passaggio: niente di magico, niente stregonerie, solo una mobilitazione di testa, cuore e pancia, e un pizzico di conoscenze varie.

Da qui alla Befana ti racconterò i miei riti, i miei esercizi, le mie riflessioni.

Spesso collegate ad articoli che ho scritto.

Se vuoi, seguimi.

Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Riflessioni e auguri per il nuovo anno
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Pronti per il nuovo anno?
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Nella vita capita che ci siano giorni di Natale strani…
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Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
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Non è facile, ma si impara a vivere nell’incertezza.
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