Layout del blog

I disastri del sistema sanitario nazionale

Sono tanti i problemi del sistema sanitario nazionale. Uno, secondo me, è particolarmente grave.

Se vogliamo elencare i problemi del sistema sanitario nazionale, o i danni che, negli anni, sono stati fatti, abbiamo indubbiamente bisogno di tanto tempo e tanto spazio.

È facile citare i tagli dei fondi, le liste d’attesa lunghissime, la carenza di personale, che spesso ha come conseguenza turni massacranti e condizioni di lavoro pesantissime.

Alla base c’è indubbiamente la decisione di guardare agli ospedali come puro costo, o addirittura centro di potenziale guadagno, eliminando totalmente quella visione sistemica che fa capire come un sistema sanitario funzionante, che cura, equivalga ad una vita migliore della popolazione il che comporta, nel sistema complessivo, costi inferiori.

Ma sono anni che la politica ha eliminato la visione sistemica, o anche solo la valutazione delle conseguenze delle scelte: non era difficile stabilire gli accessi a medicina in base al fabbisogno di medici sul territorio, ma evidentemente era al di sopra delle capacità, o al di là della volontà.


Eppure c’è un problema, che secondo me ha conseguenze drammatiche, che non è legato all’economia.

Qual è?

La decisione, accentuata in tempi recenti, che il paziente con patologie croniche o semi-croniche deve essere visitato, nei vari controlli, da un qualunque medico del reparto.

Così, e lo dico come paziente e come caregiver, ad ogni controllo incontriamo un medico diverso. Può persino essere più bravo di quello della visita precedente, non importa: è diverso.

  • In termini spiccioli e pratici significa che, nella prima parte della visita, il medico si dedica a guardare la cartella clinica e i referti degli esami, mai il paziente, semplicemente perché non sa nulla di lui.
  • Spesso c’è anche una perdita di tempo perché, per molte patologie, non basta l’esito degli esami: serve l’anamnesi del paziente e, se il paziente è sconosciuto per il medico, una buona anamnesi richiede tempo.

Se, poi, vogliamo guardare al di là del naso, questo sistema distrugge completamente la relazione medico-paziente.

Per creare relazione con una sola visita di 15-20 minuti il medico dovrebbe essere un mago, dotato di capacità telepatiche: non mi risulta che ne esistano molti.

La pochezza della relazione tra medico e paziente riduce la fiducia del paziente nel medico e la possibilità che il medico, nel prescrivere la terapia, utilizzi le modalità più idonee e convincenti per quel paziente in quel momento.

Presa la decisione, fatta la scelta deleteria, è abbastanza inutile preoccuparsi di creare sistemi di verifica e controllo dell’aderenza alla terapia. Se il paziente non si fida del medico, la compliance diventa irraggiungibile. 

Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Mi dispiace doverlo ammettere: la gestione delle persone attraverso la paura funziona.
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Se pensi di essere troppo piccole per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara. Dalai Lama
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Uno stile di management che non trovi sui libri
Autore: Carla Fiorentini 10 febbraio 2025
Il 20 Marzo sarà, come ogni anno, la Giornata mondiale della felicità.
Autore: Carla Fiorentini 10 febbraio 2025
Pensi ci siano differenze tra la definizione di guarito e clinicamente guarito ?
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
L’esempio insegna più delle parole
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
Dedicato a chi si occupa di salute
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
Esercizio in visualizzazione guidata
Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Show More
Share by: