Se vogliamo elencare i problemi del sistema sanitario nazionale, o i danni che, negli anni, sono stati fatti, abbiamo indubbiamente bisogno di tanto tempo e tanto spazio.
È facile citare i tagli dei fondi, le liste d’attesa lunghissime, la carenza di personale, che spesso ha come conseguenza turni massacranti e condizioni di lavoro pesantissime.
Alla base c’è indubbiamente la decisione di guardare agli ospedali come puro costo, o addirittura centro di potenziale guadagno, eliminando totalmente quella visione sistemica che fa capire come un sistema sanitario funzionante, che cura, equivalga ad una vita migliore della popolazione il che comporta, nel sistema complessivo, costi inferiori.
Ma sono anni che la politica ha eliminato la visione sistemica, o anche solo la valutazione delle conseguenze delle scelte: non era difficile stabilire gli accessi a medicina in base al fabbisogno di medici sul territorio, ma evidentemente era al di sopra delle capacità, o al di là della volontà.
Eppure c’è un problema, che secondo me ha conseguenze drammatiche, che non è legato all’economia.
Qual è?
La decisione, accentuata in tempi recenti, che il paziente con patologie croniche o semi-croniche deve essere visitato, nei vari controlli, da un qualunque medico del reparto.
Così, e lo dico come paziente e come caregiver, ad ogni controllo incontriamo un medico diverso. Può persino essere più bravo di quello della visita precedente, non importa: è diverso.
Se, poi, vogliamo guardare al di là del naso, questo sistema distrugge completamente la relazione medico-paziente.
Per creare relazione con una sola visita di 15-20 minuti il medico dovrebbe essere un mago, dotato di capacità telepatiche: non mi risulta che ne esistano molti.
La pochezza della relazione tra medico e paziente riduce la fiducia del paziente nel medico e la possibilità che il medico, nel prescrivere la terapia, utilizzi le modalità più idonee e convincenti per quel paziente in quel momento.
Presa la decisione, fatta la scelta deleteria, è abbastanza inutile preoccuparsi di creare sistemi di verifica e controllo dell’aderenza alla terapia. Se il paziente non si fida del medico, la compliance diventa irraggiungibile.