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Gita scolastica

Uso del filtro sensoriale prevalente

Storia
Marta è andata con gli alunni in gita scolastica a visitare il museo. Al ritorno chiede ai bambini (circa 7 anni) di fare un tema sul museo.
Ecco cosa hanno scritto.
Andrea
Oggi siamo andati i gita al museo delle ceramiche di Faenza. Mi sono divertito molto perché ho potuto vedere tante cose strane, colorate. Il museo è molto bello, luminosissimo, con gli oggetti esposti nelle vetrine. Un vero spettacolo! Mi sono divertito ad immaginare gli artisti che sceglievano i colori, giocavano con la luce e facevano in modo che le loro creazioni fossero brillanti e apparissero così originali.
Francesco
Oggi siamo andati i gita al museo delle ceramiche di Faenza. È stata una gita molto bella perché ci hanno dato una cuffia e un registratore che raccontava tutto delle varie opere: chi è l’autore, quando è stato fatto, che sistema hanno usato per cuocere la ceramica. Seguire il racconto è stato facile e istruttivo, molto di più che se ci fosse stata una guida a parlare, perché con la guida sei spesso disturbato dai rumori di fondo, oppure non senti bene quello che racconta. Invece così si sentiva tutto bene, e nei momenti in cui passavi da una stanza all’altra c’era una bellissima musica di sottofondo.
Marco
Oggi siamo andati i gita al museo delle ceramiche di Faenza. È stata una gita molto bella e istruttiva. A me la ceramica piace molto perché è un materiale molto bello e utile, con cui si fanno anche tanti oggetti che servono nella vita di tutti i giorni. Ci hanno anche spiegato come fare a cuocere gli oggetti, che temperatura usare, come costruire i forni, e alla fine chi voleva ha potuto provare a maneggiare un blocco di argilla. Io ho provato, ed è stato bellissimo. 

Domande
  • I temi e le osservazioni dei bambini manifestano una loro caratteristica comunicazionale prevalente. Quale?
Risposta
I temi e le osservazioni dei bambini manifestano una loro caratteristica comunicazionale prevalente. Quale?
  • Andrea, Francesco e Marco hanno chiaramente filtri sensoriali prevalenti diversi. Andrea è visivo, e usa prevalentemente la vista. Francesco è uditivo, e usa prevalentemente l’udito e Marco è cinestesico, utilizzando prevalentemente il tatto.
  • Le differenze si manifestano nel linguaggio che usano, ma soprattutto nelle cose e situazioni che maggiormente colpiscono la loro attenzione.
Infatti Andrea osserva soprattutto i colori, la luminosità dei luoghi, e immagina il rapporto degli artisti con colori e luce.
Francesco, essendo uditivo, ha amato particolarmente il sistema di ascolto come guida al museo, ha apprezzato la musica, e la possibilità di ascoltare facilmente il racconto. Inoltre, ed è abbastanza tipico dell’uditivo, è colui che ricorda meglio e più ampiamente gli argomenti che sono stati affrontati.
Marco, cinestesico, apprezza la ceramica per il suo utilizzo pratico. L’interesse di Marco per le modalità tecniche di lavorazione della ceramica è un altro aspetto che manifesta il filtro prevalente cinestesico, così come la passione per provare e sperimentare di persona la lavorazione dell’argilla.  

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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