Ogni farmacista sa che consigliare è una parte essenziale del suo lavoro.
Si consiglia per rispondere alle domande pel paziente-cliente, per aumentare il fatturato, per migliorare la salute pubblica. Si consiglia: non si prescrive.
Imparare a consigliare è una delle prime attività che si fanno quando si entra in farmacia, intanto che si acquisisce confidenza con le cassettiere e gli espositori dei farmaci, con la logistica di dove sono sistemati i prodotti.
Non si parla mai di sconsigliare.
Eppure…
Sei farmacista: è ovvio che sai perché il tuo paziente-cliente non dovrebbe fare certe scelte, ma sai come dirglielo, come sconsigliarlo?
Perché ci sono dei rischi in certe spiegazioni:
E non dimentichiamo quelli che hanno letto su Internet o hanno avuto il consiglio direttamente dall’amico che ha un cugino con i suoi stessi problemi…
Sconsigliare è molto più complicato che consigliare.
Innanzi tutto è necessario avere, e in fretta, una conoscenza del paziente-cliente, conquistabile con l’empatia, l’ascolto, l’attenzione.
Una via d’uscita abbastanza semplice è quella di trasformare il dialogo in consiglio: invece che questo le suggerirei quest’altro perché…, sfruttando l’effetto placebo del prodotto non dannoso abbinato all’attenzione del farmacista.
E poi? Alla prossima puntata!