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Suggerimenti Soft Skills e saper essere

Chiunque voglia portare la luce, deve conoscere le tenebre che sta per rischiarare.  LAO TSE 

Eccoci all'ultima puntata, almeno per quanto riguarda il progetto Soft skills e saper essere: è il momento dei saluti e dei suggerimenti. Ovviamente ciò che ti ho raccontato in queste settimane è solo la punta dell'iceberg, ma questo lo sai già.

Le soft skills, sia quelle che abbiamo affrontato sia altre di cui non abbiamo parlato, possono essere imparate, studiate. Il saper essere   ha, invece, ben poco di tecnico: va vissuto, metabolizzato giorno per giorno, in una storia infinita.

Se ti sei sentito o sentita attrarre da questo progetto, probabilmente sei già in cammino, o forse stati iniziando ora. In entrambe i casi ci sono alcuni suggerimenti che mi sento di darti.

Nel mondo in cui stiamo vivendo ci sono sempre più individui che cercano benessere, qualità di vita, percorsi di miglioramento individuale. C'è un proliferare di scuole, corsi, tecniche, guru, maestri spirituali.

Io credo che non ci siano assolute verità, ma tante strade. Ogni strada, o viottolo, che conduce alla consapevolezza, al rispetto (di se stessi, degli altri, della Terra, dell'ambiente, …) è valida.

Ci sono avvertenze o precauzioni? Secondo me sì, due in particolare:

  • Diffida di chi ti racconta che la sua è Verità, e gli altri sono inganni, diffida di chi ritiene che il suo sia l'unico metodo possibile
  • Evita le dipendenze, anche per quanto riguarda i percorsi di benessere. Se dopo aver incontrato un guru, frequentato un corso, bellissimo e affascinate, non hai imparato a percorrere almeno un tratto di strada da solo, ma senti l'assoluta necessità di seguire quel guru come un'ombra, non stai seguendo il tuo cammino, ma il suo

Personalmente studio da tanti anni, e ho trovato spunti interessanti in tante scuole, libri, corsi e strade.

Ciò che mi affascina, ogni volta, è la possibilità di incontrare analogie e punti di contatto tra metodi, tecniche e pensieri che giungono a noi da ambienti, persone e persino epoche diverse. Ci sono saggezze antiche, come l'I Ching cinese, la Kabbalah ebraica, il Vedanta indiano. Ci sono saggezze recenti, come la Psicocibernetica e la psicodinamica, la PNL sistemica, l'epigenetica, il pensiero sistemico, la minduflness, le cinque discipline, le tecniche di presencing, la neurofisiologia, … solo per citarne alcuni.

Consapevolezza, proattività, pensiero sistemico sono, talvolta con nomi diversi, parte di tutti questi studi.

E, oggi, si sta riaffermando un principio che nell'antichità era ritenuto universalmente valido: il miglioramento di se stessi, la saggezza, va perseguita giorno per giorno, ed è questa che ci porta ad essere, contemporaneamente, persone migliori e professionisti migliori.

Studia quindi ciò che più ti attrae, o che più senti vicino, ma non limitarti a quello. Aggiungi letture, spazia, approfondisci, non porti limiti di tempo o di conoscenza: ne trarrai infiniti benefici.

E poi, ancora due suggerimenti.

  • Il mondo è più vasto, e più profondo, di quanto conosciamo. e, o forse dovrei dire soprattutto, la parte inconscia del nostro cervello ha raccolto molta più conoscenza e molte più informazioni di quante, razionalmente, abbiamo portato a livello cosciente: lasciati sorprendere dal mondo e da te stesso, non porre barriere di paura a ciò che sai o che puoi scoprire.

L'ultimo suggerimento è ciò che scrive Lao Tse qualche migliaio di anni fa: Chiunque voglia portare la luce, deve conoscere le tenebre che sta per rischiarare. Un concetto analogo è anche nella Kabbalah: man mano che porti luce nella tua vita e nel mondo vedi con più chiarezza le tenebre. Il Libro dei Mutamenti, poi, è totalmente guidato da questo principio, come dimostrato dal simbolo del Tao, quel simbolo yin-yang dove il bianco contiene il germe del nero e viceversa.

Quando vai in profondità in te stesso, cerchi consapevolezza, fai meditazione, elabori le tue esperienze passate, si trova sempre un angolo buio. Ciascuno di noi contiene ombra, una parte oscura che ha sempre motivo di esistere, ragione di essere.

  • Può capitare di rivivere dolori che avevamo cercato di seppellire, scoprire i nostri lati oscuri, diventare consapevoli di cattiverie che abbiamo fatto o pensato.
  • Ci possono essere momenti difficili da accettare. Non fuggire, e non sfuggire.
  • Ogni oscurità che ti arriva dal tuo passato o dal tuo inconscio ha un motivo, ed è nella sua elaborazione e accettazione che sta la crescita personale.
  • Qualunque sia il percorso, la religione o la filosofia che abbracci, tutte giungono alla conclusione che non deve esserci paura o rifiuto, ma solo amore e armonia.

Buon lavoro! E grazie per avermi seguito 

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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