Molto stava già accadendo, e moltissimo è successo a seguito della pandemia. Il farmacista dispensatore di ricette aveva già da tempo ridotto il suo ruolo, e ora sono variate le modalità.
Ma poi è nata la farmacia dei servizi, che offre ampi spazi di scelta. Si è aggiunto e integrato il ruolo del farmacista nella gestione della cronicità, e poi ci sono i mercati in espansione, come quello degli integratori alimentari e degli alimenti funzionali, e ancora i tamponi per i covid, le vaccinazioni, spazi per gli esami che, un tempo, erano solo la misurazione della pressione.
Mi fermo con le descrizioni: ogni farmacista sa bene di cosa parlo.
Da sempre il farmacista gode della fiducia da parte del cliente-paziente, nella pandemia è stato spesso il punto di riferimento principale, e man mano le normative cambiano e si aprono nuovi spazi.
Ricoprirli tutti è quasi impossibile, tranne per le grandissime farmacie che si dotano di personale specializzato. Sapere tutto di tutto è praticamente impossibile per qualunque farmacista.
La maggior parte delle farmacie fa delle scelte. La maggior parte dei farmacisti fa delle scelte.
È importante rendersi conto che ogni scelta è strategica.
Ogni scelta deve essere determinata da quale strategia si desidera sviluppare per la farmacia e non dettata dalla casualità o da fattori esterni che ci sembrano condizionanti, ma potrebbero invece essere gestiti.
Ho visto farmacie scegliere di non gestire i tamponi “perché non avevano spazio” e farmacie trasformare spazi poco utilizzati o affittare nuovi spazi per gestire i tamponi. La prima rischia di essere una scelta casuale in cui fattori esterni condizionano il presente e il futuro della farmacia. La seconda è molto probabilmente una scelta strategica.
E questo è solo un esempio.
Il presente, e il futuro, offrono grandi opportunità alle farmacie, e ai farmacisti. Hai cominciato a pensare cosa vuoi essere e diventare?