Buon Natale 2018

La magia del Natale

Questo Natale 2018 mi sembra un po’ strano, particolare, diverso da tanti altri. Posso attribuirlo all’età, ma non è solo questo. Sessant’anni fa, alla viglia di Natale, sono arrivata per la prima volta a casa dalla clinica dove ero nata pochi giorni prima, e tra pochi giorni festeggio il mio sessantesimo Natale, dopo aver festeggiato il compleanno. No, non mi pesano gli anni, non ho problemi con l’età. Ho ancora sogni, ideali e progetti e, dopo aver temuto qualche anno fa di essere arrivata al capolinea, ho tutte le intenzioni di godermi al massimo gli anni che ho davanti.
Se trovo strano questo Natale 2018 è perché mai come quest’anno vedo e sento un fortissimo contrasto tra i sentimenti e le emozioni tipiche del Natale e la realtà quotidiana. Se cerco nei meandri del passato storico della razza umana devo dire: niente di nuovo. Ma nei miei personali 60 anni di vita non avevo mai percepito una situazione di odio così devastante e così vicina.

Quindi per questo 2018 i miei auguri sono rivolti a molti, ma non a tutti.

Non ho auguri per gli haters, per coloro che odiano. Non ho auguri per gli accumulatori di denaro a spese altrui. Non ho auguri per chi usa le immagini sacre per scopi personali, per chi usa crocifissi o immaginette di santi e non rispetta alcun principio di umana sensibilità, per chi dichiara una religione e non conosce religiosità.

Natale è pace, speranza, la certezza della luce dopo il buio, dell’alba dopo la notte. Per i cristiani il simbolo e il veicolo di tutto ciò è la nascita di Gesù, ma il simbolo è meno importante della speranza che ogni essere umano di qualunque religione ha diritto ad avere. La magia del Natale è l’interiore certezza di un domani di luce e amore.

I miei auguri vanno a chi non sente la magia del Natale, a chi non può sentirla perché è solo, disperato, angosciato. È Natale, credici! Credici a modo tuo, non importa quale fede e mancanza di fede professi. Il buio non è eterno, ad ogni notte segue l’alba. Ti auguro di trovare dentro di te anche solo una minuscola scintilla di magia e speranza. Cercala!

I miei auguri vanno a chi, in questo strano mondo, sente e vive tutta la magia del Natale. Fai crescere la magia, i sogni, accendi la tua luce e con questa aiuta il tuo vicino ad accendere la sua: possiamo illuminare tutto il mondo con milioni di minuscole luci.  
Buon Natale!
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La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
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