Stanca, ma felice
Riassunto attività, e pensieri in libertà

Forse qualcuno ricorda come concludevamo, spesso, i temi alle scuole elementari, soprattutto quando si doveva raccontare di una vacanza o di una gita: “e poi siamo tornati a casa, stanchi, ma felici”.
Ed è così che mi sento.
Sono reduce da una giornata di aula presso un’azienda. Decisamente faticosa, ma estremamente soddisfacente. Argomento un po’ complesso, tanta gente in aula e … ho ricevuto ringraziamenti e complimenti. Certo, mi pagano, ma a volte guadagno di più facendo lavori da scrivania: io sono un po’ pignola e anche se vado in aula a trattare argomenti che non solo conosco bene, ma ho già raccontato molte volte, ogni volta faccio una presentazione nuova e cerco nuovi esercizi, che si adattino meglio a ciò che serve all’azienda. Quindi mi pagano la giornata di aula, ma per me le giornate di lavoro sono almeno tre. Ma la soddisfazione ha un altissimo valore!
E sono quasi pronta a ripartire: la sera del venerdì 13 aprile sarò a Solarolo per un incontro de I Cultunauti, un club di lettura.
Ovviamente non mi pagano, ed è gratuito anche l’ingresso per chi vuole venire ad ascoltare.
Ma … vi rendete conto che è una rassegna che si chiama Voci di donna, che ospita scrittrici “vere” e che nella locandina mi hanno definito scrittrice!?
Certo, scrivo, ho pubblicato dei libri e ne sto per pubblicare almeno due quest’anno. Eppure per me lo scrittore è quello che si mantiene con la vendita dei libri. Mi piacerebbe, ma non è la realtà. Non ancora!

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







