Ascoltami!
Diverse tipologie di ascolto

Storia
Laura, Marta e Giovanna stanno programmando la festa di Natale per tutti gli insegnanti del comprensivo.
Hanno pochissimo tempo, e Laura teme di non riuscire ad organizzare tutto. Il dialogo è più o meno questo:
Laura: Allora, ricapitoliamo. Ciascuno porta qualcosa da mangiare. Quelle delle elementari pensano agli antipasti e ai primi. Noi delle medie pensiamo ai secondi e ai dolci. Cerchiamo di avere abbastanza per tutti, senza...
senza esagerare
– conclude per lei Giovanna
Laura: esatto, senza esagerare. Poi ne riparliamo, per suddividerci le cose. Prima di dimenticarmi, parliamo un attimo degli addobbi per la sala. I bambini sono settimane che lavorano per preparare. Le colleghe delle
Sì, le colleghe delle materne hanno fatto un mucchio di cose
– conclude per lei Giovanna
Laura: Esatto. Sai se hanno fatto solo le cose per la sala o hanno fatto anche qualcosa per addobbare la tavola?
Giovanna:
per addobbare la tavola? Non so.
Laura: Marta, puoi chiedere tu alla tua amica che lavora alle materne.
Marta:
sì, certo. Cosa devo chiedere?
Domande
Riportati così, i dialoghi sembrano la fiera dell’assordo, ma sono più frequenti di quanto ci rendiamo abitualmente conto.
- Giovanna e Marta manifestano due diversi tipi di ascolto, entrambe poco efficaci. Quali?
Risposte
Giovanna e Marta manifestano due diversi tipi di ascolto, entrambe poco efficaci. Quali?
- Giovanna usa una forma di ascolto riflessivo, in cui fondamentalmente chi ascolta è una cassa di risonanza di chi parla. Serve solo a chi parla, che in genere diventa più consapevole di cosa ha detto, ed è una forma di ascolto usata frequentemente in psicologia e in psichiatria. È però inutile per lavorare insieme alla realizzazione di un progetto.
- Marta usa invece l’ascolto passivo, in cui le parole entrano in un orecchio ed escono dall’altro.

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.