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101 Storie Sufi

Leonardo Vittorio Arena - 101 Storie Sufi – Ed. Il Punto d'incontro

Vi interessa la creatività, il pensiero laterale, il pensiero sistemico? Se le 101 storie Sufi raccolte e riscritte da Leonardo Arena fossero state scritte oggi, invece di essere basate su scritti di circa mille anni fa, le avrebbero intitolate “racconti sul pensiero laterale” o “sviluppa il pensiero sistemico”. 

Amate Socrate perché fa riflettere? Amate le sue domande, la sua semplicità che porta e comporta una profondità straordinaria? Il filo del pensiero socratico continua, sotto molti aspetti, proprio con queste storie Sufi. 

Certo, noi italiani conosciamo poco dei Sufi: personalmente li ho sentiti nominare come dervisci durante il viaggio in Turchia e, anche se li citerò ancora per diversi motivi, non sento particolarmente il bisogno di approfondire il loro pensiero mistico. Ma queste storie sono impagabili!
Fisicamente questo è davvero un mini libro, nelle dimensioni e nel prezzo, con storie che spesso sono di circa 10 righe, ma ogni storia accompagna un guizzo di illuminazione e di riflessione. 
Un esempio? Il prof. Arena non me ne vorrà se vi trascrivo una storia

“Il cane e la Via
Un derviscio disse. Un giorno, finalmente, decisi di incamminarmi sul sentiero.
Tuttavia non sapevo come procedere.
È strano: fu un cane a suggerirmelo!
Si era fermato davanti a una pozzanghera e la sua figura si rifletteva nell’acqua.
Subito mi accorsi che era impaurito e non smetteva di contemplare la sua immagine.
In realtà, credeva che un altro cane lo stesse minacciando.
Ecco perché non si muoveva, per paura di essere attaccato!
Ma poi, finalmente, vinse l’esitazione e si gettò nella pozzanghera.
Fu allora che, come per incanto, l’altro cane svanì, lasciandolo padrone del campo.
Riuscite a capirmi, se dico che fu un cane a indicarmi la Via?”
.
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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