Layout del blog

Bloccati nel percorso: il viandante

La gestione delle esperienze difficili. Bloccati nell'archetipo del viandante

Dopo la beata ignoranza dell’innocente, dopo lo shock dell’orfano e la sofferenza del martire, il viandante rappresenta la decisione. Non può ancora affrontare il drago, non ne ha la forza e non ne ha gli strumenti, ma non vuole più essere in balia del drago.
Quindi il viandante “parte”, si allontana dal drago, fugge. 

Quando l’allontanamento, la fuga, costituisce un percorso per raccogliere le armi, la forza e l’esperienza per poter, poi, combattere il drago, si tratta della scelta migliore: è il vero inizio della guarigione.
L’archetipo del viandante è presente sia nei tarocchi, dove l’eremita ha molte delle sue caratteristiche, sia nell’I Ching, dove è l’esagramma 56. 
Ora mi preme sottolineare cosa avviene quando si rimane bloccati nel ruolo del viandante.
Perché non è difficile, e non è raro, rimanere bloccati nel ruolo del viandante.
Innanzi tutto esistono diversi tipi di fuga, diverse modalità per allontanarsi dal drago. E tra queste ci sono alcuni tipi di droga, ma anche alcune reazioni di “fuga” che possono diventare dipendenze: internet stesso, come dimostrato da alcuni dati preoccupanti, lo shopping compulsivo, il gioco …
E poi ci sono i falsi, e ripetitivi, cambiamenti:
  • cambiare lavoro 
  • cambiare città ripetutamente
  • cambiare partner …
tutte modalità e reazioni “sane”, efficaci, utili, che però possono essere fatte con ripetizione eccessiva ed ossessiva per mascherare diverse forme di disagio e per evitare di modificare se stessi. 

Il viandante vero si guarda dentro, modifica se stesso, cresce e si rafforza giorno per giorno. Chi, invece, si blocca nella fase del viandante vede solo i difetti degli altri e, spesso raccoglie solo armi esteriori, ma gli mancano, e continueranno a mancargli, quelle armi che nascono dalla forza interiore di chi ha accettato di guardare anche se stesso come drago.

Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Mi dispiace doverlo ammettere: la gestione delle persone attraverso la paura funziona.
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Se pensi di essere troppo piccole per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara. Dalai Lama
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Uno stile di management che non trovi sui libri
Autore: Carla Fiorentini 10 febbraio 2025
Il 20 Marzo sarà, come ogni anno, la Giornata mondiale della felicità.
Autore: Carla Fiorentini 10 febbraio 2025
Pensi ci siano differenze tra la definizione di guarito e clinicamente guarito ?
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
L’esempio insegna più delle parole
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
Dedicato a chi si occupa di salute
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
Esercizio in visualizzazione guidata
Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Show More
Share by: