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Unicità

Ribelle come sempre, ho qualche considerazione da fare sull'unicità

Certo, in un mondo che ci vorrebbe omologati, soprattutto nel pensiero, conoscere e coltivare la propria unità è importante. Ma, ribelle come sempre, ho qualche considerazione da fare.

Nessun dubbio sul fatto che ciascuno di noi è unico, irripetibile, meraviglioso. Ciascuno ha qualcosa da donare al mondo e ha, a sua volta, ricevuto doni dall’universo.

Ne sono convinta.


Il problema, a mio avviso, sorge quando si desidera trasformare la propria unicità in USP. 

Cos’è?

USP, unique selling proposition, è un concetto e uno strumento di marketing commerciale. Sostanzialmente ciascun prodotto può essere sintetizzato in una frase che esprime la caratteristica per cui il prodotto è unico e superiore ai concorrenti. Oggi di USP si parla meno, si preferisce usare il claim del prodotto, ma il concetto è abbastanza simile. 

Definire l’USP, o il claim, non è molto diverso dallo scovare quei titoli che, oggi, vanno tanto di moda: la guida definitiva per la tua vita, la soluzione ai tuoi problemi in venti minuti, diventare milionario in pochi giorni…

Tutta roba che, a me, va venire la pelle d’oca. Il termine definitivo, poi, tanto usato, mi sembra orribile perché specifica che poi non c’è più nulla, nulla da scoprire, da imparare, da inventare.


Lo so anch’io che ciascuno di noi, professionalmente, può essere considerato un prodotto e se vuole vendere i suoi servizi, le sue prestazioni, dovrà cercare una definizione, ma…

Tutti abbiamo doni e capacità utili professionalmente. Ben pochi hanno un dono talmente prorompente da poter, da solo, essere motivo di successo professionale.

Proviamo a pensare a persone di successo, di grande successo, come Laura Pausini (giusto per dare un nome ad un esempio). Ha una grande voce, e fa la cantante.

Credete davvero che possa bastare per avere successo?


Servono altre caratteristiche personali, uno staff, un pizzico di fortuna, azzeccare le scelte, avere persone che guidano e sostengono, imparare ad usare la voce… Il dono è l’inizio, ma poi la fatica, lo studio, il miglioramento continuo sono indispensabili.

La nostra unicità è il mix dei nostri doni, di come li usiamo, delle esperienze, di come gestiamo le esperienze… insomma, nella nostra unicità che ci può portare al successo c’è un mucchio di roba. 

E bisogna anche definire cosa, ciascuno di noi, intende per successo. Già, non sempre è facile perché possiamo essere condizionati dal mondo, dalla famiglia, dalla cultura. A volte trovare il cosa voglio è impegnativo quanto trovare il chi sono. E, entrambe, sono il lavoro della vita.


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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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