Soft skills Esercizi di gestione del tempo

Se accade, c’è un motivo. Non irritarti, e approfittane: potrebbe essere una grande occasione!

Questa volta, stranamente, ho iniziato con una mia riflessione anziché con una frase di un personaggio famoso e autorevole. Tranquilli: non mi sono montata la testa! Il fatto è che mentre sto scrivendo queste righe ho, da ore, internet che fa i capricci, facendomi saltare la programmazione della giornata di oggi (e di domani) in un momento in cui sono davvero con l’acqua alla gola per rispettare alcune scadenze. Esattamente quello che ci voleva per segnalarmi che l’uomo propone (pianifica) e Dio dispone!

Io me la cavo piuttosto bene nella gestione del tempo. La mia grande minaccia è la fretta. E non parlo della fretta dovuta alle scadenze pressanti, ma quella legata agli imprevisti e ai contrattempi. Ho abbastanza elasticità nell’abbreviare i tempi di lavoro, così so che normalmente riesco a recuperare. A meno che … già, perché se mi faccio prendere dall’ansia faccio errori, finendo inevitabilmente per dover rifare, e peggiorare la situazione. 


Ed ecco il primo esercizio, utile soprattutto a chi mi somiglia: esercitate la pazienza!

Molti ritengono che la pazienza sia una virtù obsoleta, che abbia al massimo un richiamo religioso. Ma, e lo sanno bene gli insegnanti, la pazienza è una virtù utile in infinite situazioni, e va esercitata!

Riepilogando, dunque:

  • misurate e siate consapevoli di come uste il vostro tempo
  • imparate a stimare i tempi che vi sono necessari per le attività abituali 
  • esercitate la pazienza, ed evitate di farmi prendere dall’ansia 
  • pianificate gli impegni, valutandone sia l’urgenza che l’importanza


Molti schemi di pianificazione parlano semplicemente di “priorità.

Secondo me il concetto di priorità è spesso causa di confusione. Cos’è, infatti, prioritario? Ciò che è più urgente? Ma così si finisce per essere sempre in affanno, e basta un contrattempo per lasciare indietro qualcosa di importante solo per rincorrere un’urgenza!

Inutile dire che è anche necessario saper dire di no, qualche volta!

Se il vostro piano della giornata (o, meglio, della settimana) è pieno calcolando solo le cose urgenti, siete quasi inevitabilmente destinati ad essere in ritardo, affannati, e probabilmente scontenti o ansiosi. Fate la prova. E se siete in questa situazione cominciate da subito ad esaminare cosa potete eliminare o delegare.


E, attenzione! 

Normalmente quando si chiede aiuto avendo l’acqua alla gola, uno stato d’ansia, e una fretta indiavolata, si finisce per avere un tono di voce quasi isterico, un atteggiamento pretenzioso, e uno stato di rabbia se l’altra persona dice di no. Insomma, si creano le condizioni migliori per non ricevere aiuto e aggiungere una bella arrabbiatura o una lite.

Se, invece, si chiede collaborazione con un po’ di anticipo, o si riconosce di non essere wonder woman e di chiede aiuto consapevole, è molto più semplice trovare il modo e il momento per farlo, e di conseguenza ricevere supporto. Provare per credere! 

Sono consapevole di aver fornito più consigli (e, forse, prediche e raccomandazioni) che esercizi veri e propri, ma se riuscite a mettere in pratica ciò che vi ho segnalato (e non sempre è facile) siete già a buon punto! 

E se volete esercizi o esempi di schemi di pianificazione, scrivetemi!


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La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
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