Schemi mentali: i metaprogrammi
I metaprogrammi: uno strumento utile nella gestione del paziente, dello studente, del cliente... e di se stessi
La programmazione neurolinguistica
ha identificato e codificato da molti anni i metaprogrammi, tuttavia è da relativamente poco tempo che se ne è approfondito l’utilizzo non solo come singolo metaprogramma, ma come panel più o meno completo per la gestione delle persone, e di se stessi.
Ovviamente la maggior parte delle ricerche, dei test, e degli utilizzi pratici, è stato fatto in ambito business: definire se una persona ha le caratteristiche ottimali per una certa professione, studiare il mix di caratteristiche che faccia funzionare al meglio un gruppo di lavoro, facilitare i cambiamenti o il raggiungimento degli obiettivi.
In ambito medico, o nel settore della salute in generale, o in ambito scolastico, come strumento utile per gli insegnanti, si trovano molte meno informazioni (quasi nessuna, per dire la verità).
Vi confesso che io non sono particolarmente amante dei sistemi che codificano le persone, a rischio di generare dei ghetti mentali, quindi la mia reazione istintiva a molti studi sui metaprogrammi è di repulsione.
Però riconosco che possono essere di aiuto al medico per gestire il malato, e al malato per gestire se stesso e la sua malattia, soprattutto se è grave o cronica, al farmacista per gestire il cliente o, ancora, all'insegnante per svolgere al meglio il suo lavoro.
Quindi parleremo di metaprogrammi!
Ma cosa sono? Schemi di pensiero e comportamento, meccanismi di scelta, una via di mezzo tra abitudini e modalità comportamentali innate, che determinano pensiero, azione e reazioni....
Ne esistono tanti: qualcuno ne ha identificato circa cinquanta. Decisamente troppi per i miei gusti!
Personalmente ho scoperto l'utilità dei metaprogrammi durante la mia malattia: avevo assoluto bisogno di modificare alcune mie abitudini, e non sapevo bene come fare. Identificando con chiarezza cosa cambiare, e riesaminando le tecniche che già conoscevo, ho provato a lavorare sui miei metaprogrammi, e ha funzionato! (vuoi sapere come? Leggi il mio libro Quattro passi in galleria - quando non vedi la fine del tunnel, arredalo).

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.