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Proattività e relazioni efficaci

Giovedì 10 ottobre si è tenuta a Lugano la serata del ciclo Gestire le esperienze difficili. Abbiamo parlato di come costruire relazioni efficaci con i capi o con i terapeuti.

Forse lo sapete già, ma ve lo ricordo lo stesso. Gestire le esperienze difficili è un ciclo di incontri dedicato a come far sì che un momento difficile della vita, come una malattia grave o altre esperienze importanti, possa diventare strumento di crescita e miglioramento della qualità di vita. Se la vita, o il destino, ci mettono alla prova, possiamo far sì che quella rivoluzione imposta del nostro mondo ci aiuti ad avvicinarci al mondo e alla vita che desideriamo. Assurdo? Non tanto, credetemi, e, soprattutto, possibile.

Negli incontri, pressappoco uno al mese, a Lugano presso PNL Evolution, dalle 19.00 alle 22.00 circa, c’è un filo conduttore, ma ogni serata è conclusa in sé: non è necessario aver partecipato agli incontri precedenti per comprendere ciò che viene trattato, e non sarà indispensabile seguire gli incontri successivi per trarre beneficio.
Ma torniamo a noi.

Il 10 ottobre abbiamo affrontato il tema delle relazioni con chi “può darci ordini e disposizioni”, come il medico o il capo al lavoro. Tecnicamente siamo in posizione subordinata.

Ma attenzione: subordinato non significa passivo, tutt’altro. Essere proattivi, sempre, comprendere, accogliere, ascoltare, saper essere flessibili, sono alcune delle modalità che ci permettono di trarre il meglio in qualunque situazione. L’incontro è stato dedicato a questo, con tecniche, esercizi, qualche risata, riflessione e scoperta.

Prossimo incontro giovedì 14 novembre, sempre con le stesse modalità: offerta libera e iscrizione presso PNL Evolution.
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Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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