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News Settembre 2019: hai voluto la bicicletta? Pedala!

Sì, lo ammetto: mi sono cercata tutti gli impegni di questo settembre, e ne sono felice.

È stato un settembre … sovraffollato di cose da fare, e so già che ottobre non sarà da meno. L’ho voluto, l’ho cercato, ed è assurdo ora dire che questo è il risultato di impegni e opportunità che desideravo ricevere in primavera e all’inizio dell’estate perché erano quelli i mesi in cui il lavoro languiva. Chi cerca, trova, ma non è mica detto che si trovi esattamente nel momento in cui si cerca.

È semplicemente successo: si stanno concentrando tante cose da fare. Tutto questo mette alla prova la mia capacità di gestire il tempo e persino di resistere allo stress, ma sono assolutamente sicura che… ce la posso fare. Già, ce la posso fare: il mio mantra ormai da anni, che sintetizza sforzi, costanza, fede nell’universo e un pizzico di fiducia anche in quelle mie risorse sviluppate negli anni.

Il mio limite, forse, è quello di voler fare sempre tutto al meglio, una specie di sciocco perfezionismo che non ha nulla a che fare con la reale perfezione: so bene che ogni cosa che faccio, per quanto impegno ci possa mettere, non sarà perfetta e ci potrà sempre essere qualcuno che ne vede limiti e difetti. Eppure devo sempre arrivare al punto di sentirmi abbastanza soddisfatta, anche se questo comporta il dover avere una grande elasticità nello stabilire come usare il tempo.

Rimangono indietro alcune elaborazioni di nuovi progetti miei, per dare adeguata attenzione a ciò che mi richiedono i clienti, ma non si tratta di ritardi: sono assolutamente convinta di essere comunque e sempre al posto giusto e nel momento giusto, quindi uno slittamento significa solo che quel progetto aveva bisogno di ulteriori riflessioni.

Sì, forse sono cresciuta e maturata (a 60 anni sarebbe anche ora), o forse sono incosciente (tra un agoaspirato e una mammografia)... sono felice.

Alla prossima puntata!
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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