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Per vendere di più

La farmacia è anche un’impresa commerciale e aumentare le vendite dovrebbe essere un obiettivo.

Torno su un argomento ovvio, banale, ma non riesco a darmi pace.

Vado nella solita farmacia: solita per me, perché vado quasi sempre nella stessa, ma il turnover dei farmacisti è tale per cui quasi ogni volta c’è un farmacista sconosciuto.


Dopo il normale buongiorno, chiedo le cose che mi servono. Le ricevo, do il bancomat, pago ed esco. La farmacia era vuota, io ho impiegato meno di due minuti.

Ho acquistato un test per covid / influenza e un paio di occhiali. C’era ampio spazio per offrirmi un servizio, un supporto, invogliarmi all’acquisto.

Non c’è stato neanche un sorriso, nonostante un mio tentativo. Rapido, veloce, indolore, frettoloso, e farmacista imbronciata.

La totale negazione non solo delle più banali tecniche di vendita, ma anche delle più ovvie manifestazioni di fidelizzazione del cliente.

Certo, ormai è così quasi sempre e quasi ovunque e se, in un ospedale, in una farmacia, o in un ambulatorio, ricevi un sorriso e uno spazio di cortesia ti viene voglia di abbracciare l’infermiera o l’impiegata.


Questo frequente atteggiamento è un danno commerciale, ma è anche un deterioramento della qualità di vita e della salute perché entrambe, salute e qualità di vita, passano attraverso relazioni sociali positive.

Posso dire che non capisco e non mi piace o, se lo affermo, si capisce che sono di una vecchia generazione?

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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