News Marzo 2020: Ercole mi fa un baffo!

Un mese faticoso, impegnativo e, a suo modo, affascinante.

Inizialmente pensavo che l’obbligo di stare in casa mi avrebbe portato a riposarmi di più, e invece arrivo a sera stravolta. Non oso nemmeno pensare a mia cognata, meravigliosa donna, che continua a lavorare e ha due bambine piccole, una delle quali in età scolare, quindi con compiti e annessi vari!

Non ho mai avuto timore di annoiarmi: trovo che il tempo “vuoto” sia uno spazio creativo fantastico, ma sinceramente non avrei mai pensato di avere giornate così piene.

Mi è stato chiesto di tenere un corso sull’I Ching via skype, ed è stata una sfida a cui non ho saputo resistere. Per quanto abbia fatto parecchi corsi sull’I Ching, ritengo importante, ogni volta, rivedere il programma, il materiale e le presentazioni, e già questo è impegnativo. Poi c’è l’incognita tecnologica e, soprattutto, il trattare argomenti molto personali senza sentire la presenza delle persone e percepirne le reazioni.

Ho ricominciato, dopo anni, a fare percorsi di coaching, un po’ perché mi è stato chiesto da persone a cui voglio bene, anche se, nel rispetto delle regole, conosco poco, e un po’ perché le bollette continuano ad arrivare…

Cerco di fare “la mia parte” in questa quarantena, partecipando ad iniziative gratuite di ben-essere come

  • La maratona della felicità, organizzata in occasione della giornata mondiale della felicità il 20 marzo. Potete trovare tutti gli interventi sul canale Youtube di 2bhappy
  • #iosostare Un’iniziativa di Digital bench che coinvolge diverse persone che si raccontano su vari argomenti. Vi invito a vedere il video in cui Caterina Schiappa, Alfio Spalletta e Luca Margherita raccontano dell’iniziativa, a cui sono orgogliosa di partecipare
Ho un’iniziativa mia sugli strumenti per la gestione di esperienze difficili, che trovate nelle mie pagine FB e sul mio canale Youtube. Attualmente ci sono alcune pillole, altre ne arriveranno, e l’intenzione è di sviluppare anche un percorso organico, su cui però ho rallentato perché, per esperienza anche personale, la vera gestione ed elaborazione dell’esperienza difficile è molto complessa quando si è completamente immersi nel problema, come sta avvenendo ora, mentre diventa più facile, oserei dire indispensabile, quando si arriva verso l’uscita. Sta quindi lavorando sul corso-percorso, che sarà disponibile quando (finalmente) vedremo la discesa dei contagi.

E poi, nella mia illusione che questo periodo in casa fosse anche avere tempo a disposizione, ho deciso di fare un passo importante. Quando ho iniziato l’attività da libero professionista, ho creato siti dedicati alle professioni a cui mi rivolgo: farmacisti, insegnanti e medici. Negli anni i siti si sono arricchiti di post, video, argomenti, test… Diverse volte ho ristrutturato i siti, ma sempre mantenendo la struttura del progetto. Questa soluzione è stata forse incisiva: i siti sono frequentati e ho avuto parecchi contatti professionali grazie a questa scelta.

Ora, però, dopo 15 anni, ho ben chiari anche i limiti del progetto e mi sono accorta che mi stava complicando l’attività, prima di tutto come impegno di tempo.

È arrivato il momento di cambiare. I tre siti principali
  • Comunicazione in Farmacia
  • Il medico comunica
  • Didattica e Comunicazione
diventano un sito unico: www.carlafiorentini.it con pagine specificatamente dedicate ai tre target e spazi, invece, comuni.

Mi ero posta come obiettivo il 31 marzo per pubblicare il nuovo sito, ma mi servono un paio di settimane in più: sto avendo parecchie discussioni con la tecnologia!

Sto decisamente rispettando almeno uno degli impegni presi, con me stessa, per quest’anno: aumentare la mia presenza con i video. Non avete neanche una minima idea dello sforzo necessario! Ma continuo, e man mano imparo.

Chissà, forse il prossimo post di news mensili, quello di Aprile, potrà raccontare che la quarantena sta finendo. Nel frattempo, teniamoci in contatto!
Autore: Carla Fiorentini 14 dicembre 2025
Durante questo 2025 mi sono chiesta più volte se avevo sbagliato qualcosa nell’interpretare l’I Ching per l’anno. Poi mi sono chiesta se c’era qualcosa che non avevo capito.
Autore: Carla Fiorentini 7 dicembre 2025
La comunicazione è cambiata, tanto, negli anni…
Autore: Carla Fiorentini 30 novembre 2025
La programmazione neurolinguistica identifica 4 posizioni percettive: parliamo della seconda
30 novembre 2025
Sanità che cambia
Autore: Carla Fiorentini 29 novembre 2025
La diagnosi di una malattia grave dà inizio ad un vero viaggio dell’eroe.
Autore: Carla Fiorentini 23 novembre 2025
La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
Autore: Carla Fiorentini 23 novembre 2025
Harry vince la battaglia finale, ma ha vinto molto prima
Autore: Carla Fiorentini 16 novembre 2025
Che succede 10 anni dopo la diagnosi?
Autore: Carla Fiorentini 8 novembre 2025
Analizzando le problematiche della relazione medico-paziente oggi, ho ritrovato questo articolo scritto circa 5 anni fa. MOLTO è cambiato in questi anni, e quasi non ce ne siamo resi conto o, meglio, non ne sono consapevoli molti di quelli che dovrebbero gestire il problema. Comincio quindi ripubblicando questo articolo, a cui seguiranno le considerazioni più aggiornate. Un tempo, tanti anni fa, il medico di famiglia era il depositario delle conoscenze sulla salute dell’intera famiglia. Ed era anche, a parte i casi in cui diventava necessaria l’ospedalizzazione, l’unico medico con cui si aveva a che fare per la maggior parte dei problemi di salute. Raccontarlo oggi sembra di parlare di preistoria! Per essere pienamente corretta devo dire che si trovano ancora medici di famiglia, soprattutto nei piccoli paesi: in città è molto più difficile. Poi, per decenni, ci siamo rivolti agli specialisti e la fiducia del paziente si è trasferita nelle medicine e nella tecnologia diagnostica più ancora che nella figura del medico. Oggi sembra che siamo alle soglie di una nuova rivoluzione, che riguarda anche (o forse soprattutto) il medico di famiglia. Non si tratta di una rivoluzione tecnologica: è in gioco anche quella, ma riguarda più il sistema sanitario che il rapporto medico – paziente. Ciò che sta cambiando è più complesso, più profondo e, soprattutto, sistemico. Gli attori sono le malattie, soprattutto quelle gravi (le percentuali di incremento di alcune forme si tumore sono impressionanti, ma altrettanto vale per le guarigioni da molte forme di cancro), le nuove scoperte sulla psiconeuroimmunoematologia, internet, il paziente e i medici: siamo tutti coinvolti. In questi cambiamenti il sistema sanitario è un attore marginale e, soprattutto ora, è un elemento di burocrazia e di controllo economico, spesso nemico del benessere, spesso in ritardo, spesso fonte di complicazioni. Sono stati spesi fiumi di inchiostro per esaminare, condannare o esaltare il web come fonte di informazioni sulla salute. Qualunque malattia, o terapia, venga digitata, si trovano in pochi secondi migliaia di fonti di informazione, milioni di notizie, vere, verosimili, false, spesso in contrasto tra loro. Così il web come fonte di informazioni, come sostituto del medico di famiglia, si sta autodistruggendo. Quello strano elemento, che per anni è stato identificato come nemico dalla classe medica, è pronto per autodistruggersi. Già, perché quando il problema di salute è serio, la situazione è grave, si desiderano notizie certe: serve un punto di riferimento “sicuro”. Ovvio, a fronte di una diagnosi di tumore è l’oncologo il riferimento primario. Ma non basta. Serve una persona di famiglia, in cui si ha piena fiducia, a cui rivolgersi in ogni momento, a cui poter chiedere le cose più disparate: qualcuno che tenga i fili della complessità tra diagnosi, terapia, esami, effetti indesiderati, cambiamento di stile di vita, alimentazione, integratori, paure, ansie, dubbi. Solo il medico di famiglia può essere quel giocoliere competente, ma non tecnico super esperto, che può aiutarci nel giorno per giorno. Quindi cerchiamo nuovamente quel medico saggio, disponibile, competente, attento, dotato di estremo buon senso, capace di parlarci nel modo giusto al momento giusto. Io ne conosco alcuni: so che ci sono. Non possono essere sostituiti da nessun motore di ricerca. Sono impagabili, e fanno la differenza. Questo articolo è stato scritto un paio di anni fa. Rivedendolo oggi, sorrido e rabbrividisco. Sì, perché se c'è una cosa, in mezzo a milioni di incertezze, che la pandemia mi ha confermato con assoluta certezza è che il medico di famiglia, quello vero, forse un po' obsoleto secondo alcuni, fa davvero la differenza, in meglio.
Autore: Carla Fiorentini 8 novembre 2025
Spesso a diagnosi di malattia grave fa scattare l’inizio di percorso di gestione dell’esperienza, di un viaggio dell’eroe. Portare a termina il nostro viaggio, iniziato con la diagnosi, fa vincere un premio molto speciale.
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