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L’ultimo anno

Verso e Via da

Storia
Buon giorno ragazzi. Le vacanze di Natale sono finite e comincia un periodo molto impegnativo. Vi ricordo che questo è il vostro ultimo anno di Liceo. Ragioniamo insieme su cosa vuol dire. Chi mi racconta cosa pensa in proposito? Dimmi, Lucia. E sì, poi parli tu, Anna.
Lucia. Io penso che i prossimi mesi saranno importanti e impegnativi. Intanto si tratta di studiare sodo per l’esame di maturità, almeno io che voglio prendere un buon voto perché vorrei andare alla Bocconi, e lì oltre che il test di ammissione guardano anche il voto di maturità. E poi cambio città, vado a Milano. Nuova vita, nuova casa, nuovi amici. E poi il lavoro. Già mi vedo: manager in una grande azienda. 
Anna. Sì, sognatrice. Ma non pensi che sta finendo un periodo della nostra vita, che dobbiamo lasciare gli amici di sempre, dopo anni e anni passati insieme. E anche qualche prof. E tutti dicono che all’università si cambia modo di studiare, e io invece mi ero appena abituata al liceo. L’unica cosa che mi spinge ad andare avanti è che almeno non dovrò più studiare latino.

Domande
  • Punti di vista diversi. Esiste un concetto di comunicazione che spiega perché Lucia e Anna vedono le cose così diversamente?
Risposta
Punti di vista diversi. Esiste un concetto di comunicazione che spiega perché Lucia e Anna vedono le cose così diversamente?
Sì, la PNL (Programmazione neurolinguistica) ha identificato alcuni comportamenti e attitudini, definite Meta Programmi, che permettono di capire il comportamento umano. 
Ho trovato varie definizioni di “cosa sono” i Meta Programmi:
  • scorciatoie di pensiero
  • euristiche di pensiero
  • programmi interni che l'individuo utilizza (spesso a livello non consapevole) per decidere verso cosa ed in che modo dirigere la propria vita
  • mappe delle mappe, metastrategie, automatismi attraverso cui una persona decide quale strategia adottare
Io penso ai MetaProgrammi come attitudini e abitudini che in condizioni di dilemma indirizzano spontaneamente le nostre scelte, le nostre strategie e i nostri comportamenti.
Il termine dilemma è stato scelto per il suo significato letterale: alternativa fra due contrastanti soluzioni e non per indicare il senso traslato del vocabolo: problema. Intrinsecamente nel dilemma non c’è dramma!
I metaprogrammi vanno infatti due a due e ciascuno di noi, in determinate situazioni, applica spontaneamente l’uno o l’altro: non esistono vie di mezzo.
Però va ricordato che non applichiamo necessariamente lo stesso meta programma in tutte le situazioni: ad esempio ci sono persone chiaramente Verso in ambito lavorativo e Via da nella propria vita privata, altri usano il referente interno nei loro comportamenti sociali, ma quando sono con la mamma il referente diventa esterno, e così via.
Uno dei Meta Programmi più utili e semplici da individuare è il “Verso o Via da”.
Possiamo, cioè, suddividere le persone in due gruppi:
  • Verso = coloro che si attivano se spinti verso un obiettivo, desiderosi di raggiungere qualcosa di cui vedono i lati positivi
  • Via da = coloro che si attivano per fuggire da un problema, evadere da una situazione di cui vedono i lati negativi
Alcuni testi identificano i “verso” come ottimisti e vincenti, e i “via da” come pessimisti e perdenti, ma sinceramente questa definizione mi sembra limitativa e pregiudizievole.
Lucia utilizza il meta programma “Verso”, mentre Anna è “Via da”.

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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