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Lite accanita in classe

Intervenire? E come?

Storia
Carlotta sta per entrare in classe dopo l’intervallo. Sta salendo le scale e, stranamente, non incontra nessuno dei suoi alunni. 
Strano, di solito dopo l’intervallo mi tocca fare il cane da pastore per almeno 10 minuti, e oggi non c’è in giro nessuno.
Arriva in vista della porta della classe, e la trova chiusa.
Chiusa? Hai visto mai che ho sbagliato orario, o addirittura giorno.
Sta per tornare indietro e andare a verificare l’orario quando sente provenire dalla classe, nonostante la porta chiusa, una gran confusione. Entra, decisa almeno a capire cosa sta succedendo, pronta a scusarsi se dentro c’è invece qualche collega. Mattia e Andrej stanno litigando, di brutto. Il resto della classe li guarda, con varie sfumature di sentimenti scritti in faccia.
Carlotta entra decisa:
Prof, per fortuna è arrivata. Non sapevamo cosa fare. È da un po’ che si guardavano in cagnesco, ma adesso stanno per menarsi di brutto. Sono anche cugini, abitano nella stessa casa. È un casino!
All’ingresso di Carlotta, Mattia e Andrej si sono fermati, come statue di sale. Carlotta è indecisa, non sa se far finta di niente, mandarli dalla preside o … Poi decide per un intervento educativo.
Tutti seduti. Oggi facciamo un esercizio, che è quasi un gioco, oppure potete considerarlo una scuola di teatro, così quando Tiziana farà il casting per la prossima recita avrete già fatto esercizio.
Domande
  • Carlotta ha fatto bene o male a intervenire? E, soprattutto, quali considerazioni sono importanti a favore o contro l’intervento
  • Avete idea di cosa farà ora Carlotta? Qual è l’esercizio a cui probabilmente pensa?
Risposta
Carlotta ha fatto bene o male a intervenire? E, soprattutto, quali considerazioni sono importanti a favore o contro l’intervento?
Secondo me Carlotta ha fatto bene a intervenire.
A favore 
  • Carlotta sembra saper bene cosa fare
  • Affrontando e risolvendo la faccenda, Carlotta rafforza la sua autorità
  • Difficile che i genitori non si siano accorti del problema tra i ragazzi, perché non l’hanno affrontato? 
Contro
  • Due ragazzi che si accapigliano senza conseguenze possono essere di cattivo esempio, meglio mandarli dalla preside
  • La disciplina in classe è una questione che riguarda il collegio di classe, non un singolo insegnante
  • I ragazzi sono cugini e abitano nella stessa casa: meglio far intervenire i genitori
Avete idea di cosa farà ora Carlotta? Qual è l’esercizio a cui probabilmente pensa?
Esistono diversi esercizi che hanno come obiettivo quello di comprendere le ragioni dell’altro, e tra questi uno degli esercizi sul cambiamento di posizione percettiva è probabilmente la scelta migliore.
Come si svolge? Lo vedrete nel prossimo giallo! 

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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