In questi giorni ho un pensiero, una sensazione, ricorrente: ho sbagliato tutto! Sì, proprio così, è un momento di martellate, pesanti, sui calli.
Se razionalizzo mi dico che non è vero: ho avuto la mia bella dose di successi e di errori, o fallimenti. Se mi metto a fare un bilancio, tipo tabella di profitti e perdite, forse sono persino in attivo.
Sì, perché dagli errori ho persino imparato e, anche se ci sono errori ripetuti più volte (forse sono un po’ tarda ad imparare) ho sbagliato pensando, in quel momento, in quella situazione, che fosse la scelta più opportuna.
Il mondo mi dice che non ho proprio sbagliato tutto tutto: ci sono persone che mi vogliono bene, che mi stimano. OK: si può voler bene anche a una persona che ha sbagliato tutto.
La testa mi dice che non è vero, non ho sbagliato tutto, posso quasi considerarmi una professionista con un discreto successo e una persona “meritevole”.
Il cuore sanguina. La pancia sbraita, urla Cretina!
Sì, insomma, questa è più o meno la descrizione dello stato d’animo in questo periodo.
Cosa sta succedendo?
Non lo so.
Penso alle congiunzioni astrali: gli oroscopi raccontano di Giove e Nettuno che fanno casino.
Un po’ banale e semplicistica come spiegazione.
Rifletto sulla ciclicità delle stagioni: l’autunno è il momento in cui lasciar andare e rivolgersi all’interiorità.
Concentrarmi sulle cose positive non mi sembra una gran soluzione. Già sono critica verso il famoso “pensiero positivo”, e poi se la sensazione è quella di aver sbagliato tutto cercare le cose positive su cui concentrami è peggio che cercare l’ago in un pagliaio.
E, aggiungo, il cercare le cose positive è comunque un lavoro del cervello della testa, ma sono quello del cuore e della pancia che soffrono.
Ed è l’armonia tra i tre cervelli che manca, che va ricreata.
Ci vuole un’infinita pazienza: meditare è una delle soluzioni più efficaci, ma persino meditare in questi periodi è complesso e spesso le meditazioni vengono interrotte dall’ansia.
Aiutano il respiro, l’immersione nella natura, il distrarsi dedicando tempo ad attività inconsuete non direttamente collegate al lavoro o alle emozioni in genere (mettere a posto gli armadi è una buona soluzione). E poi la musica, i colori, un pizzico di aromaterapia.
Si tratta di accogliere, persino queste sensazioni, senza farsene sopraffare. Tutto accade quando è il tempo, e tutto ha un motivo, anche se ora non lo riconosco.
E mi colpisce un post che intravvedo su FB. Serve fiducia nella vita.
Attenzione alla punteggiatura: serve fiducia nella vita e non “serve fiducia, nella vita”.