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Ho sbagliato tutto!

Hai presente quei momenti della vita in cui ti senti di aver sbagliato tutto? Ti è mai capitato? Cosa hai fatto, e cosa si può fare.

In questi giorni ho un pensiero, una sensazione, ricorrente: ho sbagliato tutto! Sì, proprio così, è un momento di martellate, pesanti, sui calli.

Se razionalizzo mi dico che non è vero: ho avuto la mia bella dose di successi e di errori, o fallimenti. Se mi metto a fare un bilancio, tipo tabella di profitti e perdite, forse sono persino in attivo.

Sì, perché dagli errori ho persino imparato e, anche se ci sono errori ripetuti più volte (forse sono un po’ tarda ad imparare) ho sbagliato pensando, in quel momento, in quella situazione, che fosse la scelta più opportuna.

Il mondo mi dice che non ho proprio sbagliato tutto tutto: ci sono persone che mi vogliono bene, che mi stimano. OK: si può voler bene anche a una persona che ha sbagliato tutto.

  • Però chi si è rivolto a me per un supporto (coaching, mentoring, consultazione dell’I Ching) continua a tornare, quindi qualcosa di buono l’ho fatto.
  • Nelle mie attività per le aziende non va sempre tutto liscio, ma gli obiettivi vengono raggiunti e nessuno dei clienti mi ha mai contestato, e nemmeno criticato il lavoro fatto.


La testa mi dice che non è vero, non ho sbagliato tutto, posso quasi considerarmi una professionista con un discreto successo e una persona “meritevole”.

Il cuore sanguina. La pancia sbraita, urla Cretina!

Sì, insomma, questa è più o meno la descrizione dello stato d’animo in questo periodo.

Cosa sta succedendo?

Non lo so.

  • La testa afferma che dovrei saperlo. Sono fasi di transizione, momenti di riflessione utili per fare aggiustamenti. Sempre lei, la testa, mi ricorda che, da inguaribile ottimista, mi creo aspettative positive e se, invece, le difficoltà perdurano, comincio a colpevolizzarmi. La testa ragiona, è logica e razionale.
  • Il cuore, empatico, assorbe “tutti i problemi del mondo”. Il cuore è stanco. E non aiuta il fatto che dopo quasi sette anni di terapia con un farmaco che ha come effetti collaterali principali quelli cardiaci, anche le analisi evidenziano qualche problemino.
  • La pancia manifesta il suo disagio. La pancia è coraggio e autostima, e quando il cervello della pancia contesta subentra la paura e crolla l’autostima (e la mia è già bassina si suo!).

Penso alle congiunzioni astrali: gli oroscopi raccontano di Giove e Nettuno che fanno casino.

Un po’ banale e semplicistica come spiegazione.

Rifletto sulla ciclicità delle stagioni: l’autunno è il momento in cui lasciar andare e rivolgersi all’interiorità.


Concentrarmi sulle cose positive non mi sembra una gran soluzione. Già sono critica verso il famoso “pensiero positivo”, e poi se la sensazione è quella di aver sbagliato tutto cercare le cose positive su cui concentrami è peggio che cercare l’ago in un pagliaio.

E, aggiungo, il cercare le cose positive è comunque un lavoro del cervello della testa, ma sono quello del cuore e della pancia che soffrono.

Ed è l’armonia tra i tre cervelli che manca, che va ricreata.

Ci vuole un’infinita pazienza: meditare è una delle soluzioni più efficaci, ma persino meditare in questi periodi è complesso e spesso le meditazioni vengono interrotte dall’ansia.

Aiutano il respiro, l’immersione nella natura, il distrarsi dedicando tempo ad attività inconsuete non direttamente collegate al lavoro o alle emozioni in genere (mettere a posto gli armadi è una buona soluzione). E poi la musica, i colori, un pizzico di aromaterapia.

Si tratta di accogliere, persino queste sensazioni, senza farsene sopraffare. Tutto accade quando è il tempo, e tutto ha un motivo, anche se ora non lo riconosco.


E mi colpisce un post che intravvedo su FB. Serve fiducia nella vita.

Attenzione alla punteggiatura: serve fiducia nella vita e non “serve fiducia, nella vita”.

Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Non è facile, ma si impara a vivere nell’incertezza.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Un patto complesso e composito
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Un insegnate può fare la differenza
Autore: Carla Fiorentini 28 ottobre 2024
Non sono nostalgica, ma sono abbastanza vecchia per ricordare tempi diversi.
Autore: Carla Fiorentini 14 ottobre 2024
Il patto di fiducia scolastico si è sfilacciato poco a poco, e ora rimangono pochi, sottilissimi fili.
Autore: Carla Fiorentini 14 ottobre 2024
Conosci la storia della rana bollita?
Autore: Carla Fiorentini 23 settembre 2024
La nostra vita, e il nostro ben-essere, sono fortemente influenzati dai patti di fiducia.
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Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Ero in farmacia, in attesa. Un’attesa piuttosto lunga visto che si trattava di una farmacia che fa il servizio di prenotazione degli esami e delle visite. Mi annoiavo ed ho cominciato a guardarmi attorno e, confesso, ad ascoltare le chiacchiere degli altri utenti in attesa. Mi ha fatto piacere incontrarti, ma perché vieni in questa farmacia? Non c’è la farmacia XXX più vicino a casa tua ? Sì, la farmacia XXX è decisamente più vicina, ma qui sorridono. Lì sono sempre scorbutici e a volte rispondono anche scocciati se chiedi informazioni. Forse è perché … Ecco. Smetto di ascoltare, e non saprò mai il presunto motivo per cui, nell’altra farmacia, sono scorbutici. Il dialogo è stato illuminante soprattutto per chi, come me, si occupa di comunicazione e management. Mi occupo, e preoccupo, di insegnare tecniche, di cercare le parole giuste, di spiegare modalità di comunicazione, di identificare esempi e suggerimenti, di incrementare hard skills e soft skills, ma ci si dimentica dell’essenziale: il sorriso . Entrare in farmacia, per qualunque motivo, e trovare il farmacista che sorride è un validissimo motivo per scegliere una farmacia invece di un’altra, magari più comoda. Però, attenzione, deve trattarsi di un sorriso vero. Esiste una netta differenza tra un vero sorriso e uno falso, voluto, determinato da movimenti volontari dei muscoli facciali. La differenza è dimostrabile tecnicamente, e per moltissime persone è percepibile a livello inconscio. Il farmacista che sorride non fa una smorfia movimentando le labbra all’insù: sorride veramente. Eppure anche il farmacista può avere problemi personali, attraversare un periodo nero, essere triste o preoccupato. Ciò che spesso dimentichiamo è che siamo noi ad avere uno specifico stato d’animo, e invece spesso ci comportiamo come se fosse lo stato d’animo, soprattutto se negativo, ad avere il pieno possesso di noi. È assolutamente possibile accantonare uno stato di infelicità per un certo periodo, dando spazio a veri sorrisi. Come? Qui le tecniche, gli esercizi e le riflessioni contenuti anche in questo sito, possono essere di aiuto: pensieri felici, meditazione, comunicazione, possono fare la differenza, quando è necessario. Ma il primo passo è personale: bisogna volerlo. Per quanto storte vadano le cose, ogni tanto si può dare una vacanza al dolore, dedicarsi agli altri, anche fornendo sorridendo la medicina prescritta o il consiglio richiesto.
Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Da molti anni il mondo delle aziende utilizza quello che viene definito management by objective : gestione per obiettivi . Si tratta di definire uno o più obiettivi e perseguirli per un certo periodo di tempo. La scuola si è poi adeguata, anche se non sempre parla di obiettivi o di piani strategici, ma si affida ad una serie di sigle e burocrazie che, più o meno, hanno la stessa funzione. Parlare quindi di obiettivi per il nuovo anno scolastico è del tutto legittimo. Eppure … La gestione per obiettivi ha, da tempo, evidenziato una serie di limiti e problemi nel mondo aziendale , ed è triste vedere la scuola che, in ritardo, si adegua ad imitare anche gli errori dell’industria. Attenzione, però, non prendere questo come una scusa per non pianificare il nuovo anno alle porte, anzi. Si tratta di aggiungere, non di togliere. Se mi seguite sapete bene che io mi fisso una serie di obiettivi, in diverse occasioni, dunque apparentemente faccio qualcosa che ho appena dichiarato inutile. Dov’è il trucco? Gli obiettivi servono, funzionano, hanno un senso solo se inseriti in un contesto di Vision, cioè di aspirazione e desiderio globale di realizzazione di qualcosa di importante. La Vision offre il contesto da realizzare, gli obiettivi discendono da questo e permettono, a loro volta, di tradurre in azioni pratiche e giungere alla realizzazione concreta. Il consiglio è quindi di utilizzare queste ultime settimane prima dell’inizio delle lezioni per identificare la vostra Vision, in vostro sogno per il nuovo anno. Ti chiedi quali sono le differenze sostanziali tra obiettivi e vision? La risposta, per quanto limitata all'essenziale, è nella vignetta qui sotto. Gli obiettivi sono, sostanzialmente, contenuti anche nei programmi ministeriali. Personalmente suggerisco di dedicare un po' di tempo a ragionarci su, declinarli, scriverli con un linguaggio che risuoni. Tuttavia gli obiettivi sono fortemente razionali: cosa insegnare, come, in quali tempi, quali livelli di conoscenza far sviluppare negli studenti... In pratica, gli obiettivi servono per riempire il secchio delle competenze. La vision è il sogno da condividere e realizzare insieme alla classe, e ad ogni singolo studente. In pratica, quale fuoco accendere. Nella vision possiamo stabilire che tipo di atmosfera vogliamo creare, quali valori desideriamo trasmettere, che insegnante desideriamo essere, quale impronta lasciare per il futuro della classe e di ogni singolo studente, e molto altro.
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