Si parla tanto di collaborare, ma sono ben poche le collaborazioni che funzionano.
Definire gli obiettivi è un buon punto di partenza.
Collaborare significa, letteralmente, lavorare insieme. Si lavora insieme per raggiungere un obiettivo comune.
E qui, in genere, cominciano i problemi. E quello che è peggio è che da qui cominciano i problemi non manifesti, non evidenti, quelli che rimangono nascosti per poi esplodere nei momenti più inopportuni.
Nella maggior parte dei casi gli obiettivi della collaborazione vengono dichiarati solo se si viene obbligati da qualche pratica burocratica. Quindi si decide di scrivere una frase, e solitamente qualcuno dei collaboranti propone, si discute un po’, e si butta giù una frase di senso compiuto. Poi ci si dimentica.
I guai cominciano qui.
Un obiettivo è “lo scopo di un'azione, di un'iniziativa; il risultato che ci si propone di ottenere; il fine cui si tende”. Proviamo a definire con altri termini.
Altrimenti si chiama miracolo. Ma in genere anche per i miracoli è necessario un investimento concreto di tempo ed energie, fatto di preghiere.
Per una buona collaborazione ci sono tre opzioni:
Non ci sono altre possibilità. Ne consegue che non posso definire un obiettivo comune se non ho ben chiari i miei obiettivi, i miei desideri personali.
Ed ecco un’altra fonte di indicibili casini.
Perché è davvero raro trovare persone disposte a dichiarare i loro veri desideri.
Un desiderio, e quindi un obiettivo, DEVE portare un beneficio. Desideri come “il bene comune”, “la pace nel mondo” o, peggio, “lo faccio per il tuo bene” non sono reali, a meno che non vengano completati.
Desidero il bene comune (e definiamo bene cosa si intende) perché ne traggo dei benefici
Desidero la pace nel mondo perché ho una paura fottuta della guerra, perché vedere le immagini di guerra al telegiornale mi procura incubi di notte
Se è vero che ogni desiderio ha una componente di egoismo, è altrettanto vero che sono pochissimi i desideri che prevedono danni ad altri. È difficile danneggiare gli altri in maniera consapevole. Quindi non c’è motivo di desideri “politically correct” o, peggio, di barare con noi stessi.
Pertanto, per concludere questo articolo, prima di imbarcarvi in una qualunque collaborazione, chiedetevi onestamente cosa vi proponete di guadagnare, quale egoistico obiettivo desiderate raggiungere.
Da qui parte la corsa al bene comune.