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Gastrite illustrata

Linguaggio metaforico

Storia
Lucia Motta, 30 anni, filtro prevalente chiaramente visivo, stile sociale direttivo. Laureata in ingegneria elettronica, sta facendo rapidamente carriera. Non vuole cambiare stile di vita, ma ha una gastrite in rapido peggioramento. 

Domande
Non preoccupatevi minimamente del significato clinico – diagnostico di ciò che viene detto!! Si tratta di un esempio che, dal punto di vista medico, è totalmente assurdo. 
  • Basandovi sulle caratteristiche specificate, usando un linguaggio metaforico e le istruzioni adeguate, datele le indicazioni necessarie per curare la sua gastrite.
Risposta
Quando si tratta di dialogare con un paziente non ci sono regole assolute, ma solo suggerimenti e ipotesi.
La descrizione del paziente permette di individuare alcuni parametri su cui basare la scelta del linguaggio, delle metafore e delle argomentazioni
  • Stile sociale direttivo, 
  • filtro prevalente visivo. 
  • Laureata in ingegneria elettronica
Viene quindi sviluppata una ipotesi, ma vi suggerisco di divertirvi a svilupparne altre e, se volete, inviatele per condividerle con noi. 
  • Guardi, sono certo delle mie affermazioni. Noi siamo simili ai computer: c’è una strettissima relazione tra in e out. Se non alimenta correttamente il sistema, il funzionamento può solo peggiorare progressivamente. Vediamo insieme la dieta, mi illustri le sue necessità imprescindibili, ma prenda la situazione come una sfida da vincere contro la sua gastrite, e vedrà che avrà un futuro luminoso.
Commento alle scelte fatte
Il grande vantaggio del linguaggio metaforico è che “parla” contemporaneamente al conscio e all’inconscio, quindi ha un’immediatezza e una potenza di persuasione superiore al linguaggio razionale, che dialoga solo con la parte conscia.
Tuttavia bisogna scegliere le metafore più vicine alla realtà del paziente, al suo linguaggio, alla sua cultura e alle sue esperienze.
  1. In questo caso si è fatto riferimento, con linguaggio metaforico, al computer che, in considerazione del suo tipo di laurea e della sua giovane età, dovrebbe essere molto familiari alla paziente. 
  2. Inoltre si è fatto leva sul suo stile sociale direttivo sia lanciando una sfida (il direttivo generalmente non resiste ad una sfida!) sia dando la possibilità di essere partecipe della decisione. 
  3. Per completare, il linguaggio è espressamente visivo (guardi, vediamo, mi illustri, avrà un futuro luminoso)

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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