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Collaborare: cosa serve?

Collaborare, in tutte le sue accezioni e sfumature, è un vocabolo molto usato. A cosa serve collaborare e cosa serve per collaborare?

Che si parli di collaborazione, team working, co-creazione, co-working, reti di impresa … la sostanza cambia davvero poco.

Certo, ci sono differenze, sfumature, e spesso intenzioni diverse, ma l’essenza è che in momenti di crisi e confusione si guarda alla collaborazione come la possibile soluzione di tutti i problemi.

Lo è davvero o, talvolta, genera più difficoltà di quelle che c’erano?

Ammettiamolo: collaborare è un bel sogno, ma i casi in cui funziona davvero sono rari.

Ricordate i tempi di scuola, quando ci si trovava con i compagni per studiare? Le persone con cui, insieme, si studiava e si imparava di più erano pochissime. Ma quando si riusciva a trovare il compagno o la compagna di studi si ottenevano risultati eccellenti.

Nelle collaborazioni, siano esse collaborazioni professionali, rete di imprese o associazioni, la situazione è decisamente accentuata. Ed è così che l’Italia, ad esempio, è uno dei Paesi con il maggior numero di associazioni non profit, ma anche uno di quelli in cui i progetti si arenano e le associazioni si sfasciano.

Recentemente sono stati pubblicati alcuni libri interessanti sul “fenomeno” della collaborazione: ve ne parlerò prossimamente. È inoltre abbastanza recente la legislazione sulle reti di impresa, un altro fenomeno tipico degli ultimi anni. Mi limito poi a semplici citazioni delle recenti disposizioni sulle collaborazioni tra medici di famiglia, o il proliferare di progetti scolastici interdisciplinari o addirittura tra diverse scuole (d’altra parte i comprensivi scolastici possono essere letti come un progetto di collaborazione).

Ricordiamolo: i casi di fallimento delle iniziative di collaborazione sono di gran lunga maggiori dei casi di successo.

L’esplorazione di tutte le sfaccettare richiede competenze che non ho, e fiumi di parole, ma ci sono alcuni elementi base che desidero esplorare con voi nella consapevolezza che per uscire dalla crisi siamo, tutti indistintamente, tenuti a collaborare, in forme diverse, con persone diverse, con modalità diverse.

Il futuro è la sinergia: il team working in tutte le sue forme. Da non intendersi come un banale “superamento dell’individualismo” o, peggio ancora, sacrificio dell’individualismo in nome del bene collettivo. Non si tratta di scegliere tra sé e il resto del mondo!

La sinergia permette a ciascun singolo individuo di ottenere di più di quanto potesse sperare e al gruppo di ricavare benefici. C’è molto da fare! Sono necessari alcuni cambi di prospettiva e, primo tra tutti, è indispensabile tenere ben saldi i valori etici.

Ripeto: il futuro è la sinergia.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Riflessioni e auguri per il nuovo anno
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Pronti per il nuovo anno?
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Nella vita capita che ci siano giorni di Natale strani…
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
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