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Uno strano saluto

La stretta di mano con presa a due mani da parte del medico

La Storia

  • Caro collega, come stai?

disse il dr. Rossi avanzando con la mano tesa verso il dr. Bianchi, che non vedeva da tempo.

  • Benissimo. E tu? E come vanno le cose qui in ospedale?

Rispose il dr. Bianchi stringendo la mano del collega.

  • Bene anch’io. Qui non è cambiato praticamente nulla nelle ultime settimane. Qualche paziente interessante però è arrivato.

Replicò il dr. Rossi appoggiando anche la mano sinistra sulla mano del collega, creando così una stretta di mano un po’ particolare.

  • Vieni nel mio studio, così ti racconto

Proseguì il dr. Rossi appoggiando la mano sul braccio del dr. Bianchi.

Domande

  • In questa situazione apparentemente banale è successo qualcosa e tra i due colleghi è passato un messaggio.
  • Quale?
  • Quale aspetto della comunicazione è coinvolto?

Risposta

Tra i due colleghi si è svolta una sorta di lotta per la supremazia, in cui ha vinto il dr. Rossi.

La comunicazione è del tipo non verbale, e il messaggio è passato attraverso la stretta di mano e il successivo gesto del dr. Rossi di prendere per il braccio il collega.

Ripercorriamo il processo della stretta di mano descritta:

  • Il dr Rossi tende la mano
  • Il collega la stringe
  • Il dr. Rossi pone la sua mano sinistra sopra, stringendo quindi la destra del collega con entrambe le mani
  • Non sappiamo se il dr. Bianchi abbia stretto la mano in posizione perpendicolare al pavimento, generando una sorta di provocazione, ma sappiamo che il dr. Rossi ha posto la sua mano sinistra sopra.

La stretta di mano è una delle modalità spontanee e inconsce per stabilire la supremazia tra due persone:

  • Un angolo approssimativo di 90° rispetto al terreno significa parità
  • Con angolature diverse, chi ha la mano sopra afferma la propria supremazia
  • La reazione per ripristinare la parità (azione compensatoria) può essere quella di portare avanti il piede sinistro poiché nel porgere la mano destra quasi il 100% delle persone porta automaticamente in avanti il piede destro.
  • Ne consegue che porgere la mano destra portando in avanti il piede sinistro è un movimento anomalo, che ha come funzione e conseguenza quello di permettere l’entrata nello spazio vitale dell’altra persona.

Un’altra reazione per ristabilire l’equilibrio di forze è quella usata dal dr. Rossi: chiudere la mano del collega tra le proprie

A questo gesto, il dr. Rossi ne fa seguire un altro che può essere di spontanea amicizia, ma nel contesto diventa un’ulteriore dimostrazione di supremazia: il contatto della mano con il braccio nel momento in cui i due si incamminano, come a voler affermare “ti guido io”.

Una avvertenza per le donne: anticamente il gesto di saluto tra uomo e donna non era la stretta di mano, ma il baciamano. L’uomo poneva la propria mano sotto, orizzontale rispetto a terreno, e la signora poneva la sua mano sopra. In una stretta di mano, oggi, tra uomo e donna, il fatto che l’uomo ponga la sua mano con una angolatura “sotto” non significa necessariamente che si senta inferiore: può essere il recupero parziale di un antico gesto di cortesia, e vi ricordo che viene da un’epoca in cui le donne non avevano diritto di voto e, in molti contesti, neanche diritto di pensiero.

Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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