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Relazioni affettive

Portata a termine un’altra serata del ciclo Gestire le esperienze difficili

Giovedì 12 dicembre si è tenuta a Lugano la serata del ciclo Gestire le esperienze difficili. Abbiamo parlato di Relazioni interpersonali sane nei momenti difficili: un incontro dedicato ad approfondire le relazioni con le persone con cui abbiamo un forte legame affettivo.

Siamo partiti dall’io, dall’identità, con un po’ di esercizi che hanno smosso emozioni, e ringrazio Daniela e Veruska di 2bhappy per uno schema che permette di lavorare sull’identità in maniera davvero fantastica: per raggiungere il risultato che, grazie a loro, ottengo con due slide io ne usavo almeno una decina. (nota bene: ero autorizzata a copiare le loro slide!)

Abbiamo proseguito raccontando e raccontandoci, esplorando il difficile mondo di mantenere sana e vitale una relazione, un forte legame affettivo, anche in mezzo alle tempeste della vita, e abbiamo concluso con gli auguri per le prossime feste: ci rivedremo il 9 gennaio 2020 per trovare le risorse emotive che permettono di navigare in qualunque oceano.

La serata è stata davvero magica per me, e il motivo non è dipeso dall’argomento trattato. Infatti mi sono trovata davanti al peggior incubo per un formatore: arrivata in aula ho scoperto un cambiamento degli strumenti tecnici a cui non ero preparata. E ho rischiato di non poter usare le slide. Sì, certo, potevo usare la lavagna: sono abbastanza vecchia da aver fatto parecchie presentazioni nella mia vita prima che diventasse abituale l’uso dei computer, ma l’imprevisto era palese, e la figuraccia del formatore era pronta per essere evidente.

Se a questo si aggiunge una giornata pesante e la prospettiva di un difficile viaggio di ritorno, visto che il meteo mi annunciava nebbia e neve, potete capire che mi si affacciava un pizzico di ansia.
E invece i presenti si sono trasformati in una squadra e, ciascuno in base al ciò che poteva fare, hanno risolto tutte le difficoltà e mi hanno anche spinto a finire prima del solito, rinunciando all’intervallo.

Ecco: la trasformazione di un’aula in un gruppo coeso, in cui il piccolo formatore non è separato, in cattedra, ma il punto di coesione in virtù di qualcosa di utile da trasmettere. Insomma, un momento magico. Grazie!
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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