Nelle cose, io, ci metto tutto il mio impegno, sempre.
Così non faccio errori, ma faccio direttamente disastri.
E adesso ho scoperto che per me le operazioni sono come le ciliegie: vanno a due a due, e una tira l’altra.
Mi puoi dire che è banale: tutti fanno l’operazione di ricostruzione circa un anno dopo quella di rimozione del tumore.
Ma io sono andata avanti.
Ecco: doppia operazione anche questa volta.
Devo completare gli esami e poi vado in lista d’attesa. Ci vorranno mesi, probabilmente diversi mesi, che devo utilizzare per dimagrire.
Più che una dieta sto organizzandomi per un quasi digiuno (nella mia vita ho messo in crisi diversi dietologi e ormai mi sono rassegnata che l’unica cosa per dimagrire è non mangiare). E poi… cerco di accantonare il problema: questa volta ho proprio paura, e mica posso passare i mesi di attesa in preda all’ansia!
Però i meccanismi di rimozione non è detto che funzionino, e neanche che servano. Così mi sono organizzata e mi sto organizzando per aiutarmi in tutti i modi.
Non nego la medicina ortodossa: considerando gli studi che ho fatto non potrei, ma credo che tutto vada integrato, e che tutto possa essere utile.
Negli ultimi anni ho studiato parecchio anche le nuove scoperte di neurofisiologia, argomento affascinante. All’università ho amato molto l’esame di fisiologia, ma c’erano molti aspetti confusi, o ignoti: buchi che la ricerca sta colmando ed è interessante che molte scoperte recenti siano una conferma scientifica di concetti tramandati da secoli. Tra questi le informazioni sui tre cervelli di cui disponiamo, tre reti neurali complesse che conoscono, elaborano, imparano e guidano: testa, cuore e pancia. (alcuni anni fa ho fatto anche un corso sull’argomento e conquistato un certificato di coaching con la tecnica di armonizzazione dei tre cervelli).
La pancia è la sede dell’autostima e del coraggio.
Autostima piuttosto bassa, da sempre, ma ho imparato a conviverci e non mi ha mai limitato.
Sul coraggio … potrei scrivere fiumi di parole. Non sono una fifona, anzi, e ho sempre affrontato anche le situazioni più difficili con ottimo sangue freddo. E allora? Perché la mia pancia è così incasinata?
Qualche risposta, vera o verosimile, comunque convincente, l’ho trovata.
Il coraggio ce l’ho: è la paura che mi frega.
Frase di Totò che rende bene l’idea. La mia è una paura atavica, sotterranea, probabile conseguenza dell’assenza di mia madre già nei primissimi anni di vita a causa prima della malattia e poi della morte.
Per quanto elaborata in molti modi, quell’esperienza è sempre presente, incancellabile.
Studia e cerca, scopro che il mio primo chakra è bloccato, e forse è vero.
Ho trovato un bel corso, me lo sono regalato, e ci sto lavorando.
Tutto aiuta!