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Il paziente dolorante

Cancellazioni, distorsioni e generalizzazioni

Storia
Buon giorno, dottore. Sono da Lei perché ho sempre mal di stomaco. Perennemente. Non so più cosa fare. Ho l’ulcera?
Adesso vediamo. Intanto mi racconti, poi magari dovrà fare degli esami.
Come ho detto, ho sempre mal di stomaco. Sento nausea e bruciore. Mangiare è un dramma. È peggio di giorno in giorno. Ora soffro anche di insonnia. Mi creda, dormire è fondamentale. Se non dormo abbastanza è ancora peggio. So di apparirle ansioso, ma non sono spaventato. È solo il mio carattere. Ho chiamato il mio medico di base e ho chiesto consigli ad alcuni farmacisti, ma nessuno ha saputo aiutarmi. Mi hanno detto che lei è il migliore, quindi eccomi qua. 
Domande
  • Lo sconclusionato discorso del paziente è infarcito di processi linguistici, o meccanismi di elaborazione delle informazioni. Li avete riconosciuti? 
Risposta
Praticamente tutte le frasi del paziente contengono cancellazioni o distorsioni o generalizzazioni. Sono espressioni comuni che, in alcuni casi, devono essere approfondite, andando alla struttura più profonda della comunicazione. 
La cancellazione è un processo di focalizzazione
Manifestazioni tipiche della cancellazione sono le frasi in cui non è specificato a cosa si fa riferimento (non mi piace, ho paura. Ma non viene specificato cosa non piace o di cosa si abbia paura). 
Altre modalità lessicali che esprimono un processo di cancellazione sono quelle in cui manca il soggetto dell’azione (bisogna muoversi!, è necessario agire! Ma non viene indicato chi) o affermazioni comparative in cui manchi un termine di paragone (“voglio migliorare il lavoro”, “mi sembra peggio” senza indicare cosa si intende e rispetto a cosa).
Infine anche affermazioni e modi di dire che trasformano idee soggettive in valutazioni oggettive (“è chiaro che a te non importa”, “ovviamente ti va bene così”) o la nominalizzazione di un’azione in un sostantivo che porta ad indicare come oggettivo e inequivocabile qualcosa che non lo è (“è il mio modo di fare, è il mio carattere”) sono esemplificative di modalità di cancellazione.
Tramite la deformazione si acquisiscono e si integrano nella mappa del mondo elementi alterati e non giustificati da fatti oggettivi.
Tra le deformazioni frequenti citiamo:
  • Causa – effetto: attribuire ad un fattore esterno il controllo delle proprie emozioni (“mi fai arrabbiare”, “mi rendi nervoso”, “sei la mia disperazione”) deformando i fatti come se non fosse possibile avere una reazione diversa dalla rabbia, o dal nervosismo
  • Lettura della mente: la libera interpretazione del pensiero altrui viene data come una assoluta certezza (“lui mi odia”, “so di esserti antipatico”, “non mi ami più”)
  • Collegamenti arbitrari: due fatti vengono messi arbitrariamente in relazione giungendo ad una conclusione assoluta, ma arbitraria (“se mi amassi non ti comporteresti così”)
  • Presupposti impliciti: si danno per scontate informazioni non verificate, limitando in tal modo le possibilità di scelta ("lo risolveremo insieme").
La generalizzazione permette di organizzare il mondo in categorie omogenee. 
Come la cancellazione e la deformazione, è un meccanismo di semplificazione finalizzato ad un immediato utilizzo dell’esperienza, e alla sua memorizzazione.
Se non fossimo capaci di generalizzare ogni esperienza sarebbe interamente nuova, e non avremmo la possibilità di memorizzare e riutilizzare le esperienze fatte in passato.
La generalizzazione ci permette, ad esempio, di salire una scala qualunque essa sia, dopo aver appreso come salire un gradino. La generalizzazione si esprime attraverso alcune riconoscibili espressioni generiche come l’uso del mai, sempre, tutti, nessuno, chiunque. 
Come ho detto, ho sempre mal di stomaco. Generalizzazione 
  • Sento nausea e bruciore. Mangiare è un dramma.. Cancellazione (mangiare che cosa?)
  • È peggio di giorno in giorno. Cancellazione (cosa è peggio? Peggio di cosa?)
  • Ora soffro anche di insonnia: non dormo mai Generalizzazione 
  • Mi creda, dormire è fondamentale. Distorsione 
  • Se non dormo abbastanza è ancora peggio. Cancellazione (sia abbastanza sia peggio)
  • So di apparirle ansioso, ma non sono spaventato. Distorsione (lettura della mente)
  • È solo il mio carattere. Cancellazione 
  • Ho chiamato il mio medico di base e ho chiesto consigli ad alcuni farmacisti, ma nessuno ha saputo aiutarmi. Generalizzazione 
  • Mi hanno detto che lei è il migliore, quindi eccomi qua. Cancellazione 


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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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