Flessibilità e gioco

Giovedì 12 settembre si è tenuta a Lugano la 3° serata del ciclo Gestire le esperienze difficili. Abbiamo parlato di come rendere flessibile la mappa del mondo.

Una serata magica quella di ieri sera presso PNL Evolution nell’ambito del percorso Gestire le esperienze difficili. Eravamo pochi, ma evidentemente “pochi, ma buoni”: tra tante risate e qualche lacrima di commozione, alcune confidenze, grandi riflessioni e qualche buon proposito da attuare immediatamente.

Il titolo della serata era Il mio nuovo mondo utile e flessibile, e abbiamo esaminato e sperimentato strumenti che aiutano a rendere più flessibile e aperta la mappa del mondo.

Abbiamo giocato a ribaltare i modelli mentali, affermazioni e comportamenti che ci hanno inculcato fin da bambini, che non sono giusti o sbagliati, ma spesso troppo radicati e scomodi. Ribaltare i modelli mentali è davvero un gioco, utile per sviluppare ironia e autoironia, per pensare in modo diverso, per non dare nulla per ovvio, scontato, sbagliato, inevitabile. E poi abbiamo esaminato come estendere caratteristiche che possono servire attraverso lo sviluppo di filtri sensoriali che trascuriamo, con qualche semplice esercizio.

Ed è stato davvero magico come anche in momenti difficili si può ridere o riscoprire di essere felici quando possiamo aprirci e condividere. Grazie ai partecipanti, già pronti per la prossima serata, il 10 ottobre, alle 19.00, presso PNL Evolution a Lugano. Presto vi racconterò anche cosa tratteremo nel prossimo incontro.
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La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
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