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Attenzione a darsi un tono

Perdonate il gioco di parole: qui si parla di tono di voce

La voce è uno strumento meraviglioso, non solo per attori professionisti. Tono, volume e frequenza della voce fanno parte della comunicazione paraverbale, che giunge direttamente all’inconscio bypassando la nostra parte razionale: un mezzo straordinario per trasmettere sensazioni. Ne siete convinti e consapevoli?

Sperimentate con un doppio esercizio.
  1. Prendete un film e eliminate il volume, cercando di comprendere non l’intera storia, ma le sensazioni, gli stati d’animo dei personaggi. È quasi impossibile, vero?
  2. E ora, andando avanti nel film, aggiungete il volume, ma in lingua straniera, possibilmente scegliendo una lingua che non conoscete per nulla. Ecco, come per magia, pur non conoscendo la lingua, le voci dei personaggi vi trasmettono qualcosa, e diventa possibile comprenderli, anche se non capiamo interamente la storia che li lega.
Se ci riflettete, più o meno è quello che facciamo quando produciamo suoni assurdi parlando ai neonati. Il bimbo risponde automaticamente al sorriso (è davvero un riflesso innato) con una sorta di sorriso, e risponde anche ai nostri balbettii incomprensibili, ma emessi con tono di voce sereno, allegro.

E, sempre esaminando i neonati, si è scoperto che riconoscono la voce della mamma già alla nascita: tono, volume e frequenza.

La voce è dunque uno strumento potente per trasmettere serenità, incoraggiamento, partecipazione. Ho usato volutamente il termine strumento: la voce va allenata, addestrata, in tutte le sue sfumature. E, in seguito, vedremo come fare.
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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