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News Dicembre 2019 Quando mi tenevi in braccio

Attualità e riflessioni sul mese di dicembre

Dicembre è sempre un mese particolare, fatto di feste in famiglia, fine dell’anno e complice il mio compleanno, e in breve diventa un periodo di bilanci e contiene un pizzico di nostalgia.

Ed è in mezzo a questo coacervo di emozioni che arriva la telefonata di un cugino: hanno vuotato e venduto la casa dei suoi genitori, deceduti quasi due anni fa, e hanno trovato una foto di me in braccio a mia madre.

Conosco bene quella fotografia, in bianco e nero: una delle ultime foto di mia madre prima della malattia, con me in braccio. Avevo un anno o poco più: ne sono passati, da allora, quasi 60. Quella foto, sempre la stessa, era in casa di mia nonna, delle zie, di tutti i parenti di mia madre: uno degli ultimi ricordi felici, per loro. Ed è su quella foto che io ho costruito i miei ricordi: una bimba felice e sicura. Non ho vere memorie di mia madre, ero troppo piccola, ma quella foto è stato un ottimo palliativo, al punto che è quella l’immagine che è comparsa in diversi esercizi, fatti in vari corsi di crescita personale, per evocare talvolta la mamma, altre volte a simboleggiare la mia felicità e sicurezza.

Mi aveva davvero desiderato, quella mamma che aveva avuto un aborto prima di me, al quarto mese, e poi con me una gravidanza difficile, condita da pertosse, parotite, coliche. Erano tanti anni fa e sembrava piuttosto complesso portare a termine quella gravidanza, ma ce l’abbiamo fatta, sono nata a termine, sana, e i racconti di famiglia narrano di una bambina silenziosa e sempre pronta a ridere.

Forse è stato durante quella gravidanza che ho imparato la resilienza e forse è la forza di mia madre che mi dice che possiamo farcela quella che mi ha sostenuto in tanti momenti difficili. Non distinguo il ricordo reale da quello ricostruito: se l’emozione è potente il cervello elabora l’esperienza di visualizzazione come se fosse reale, portandone il marchio indelebile.

Durante i lunghi mesi di chemio e radioterapia ho passato moltissimo tempo facendo meditazione e ho recuperato quella bimba felice, la parte migliore di me stessa. Mi è apparsa, ed ora è sempre con me, e sempre in braccio, come in quella foto. E nel recupero della sua immagine, in un qualche cassetto nella casa di mia zia, ritrovo una speranza e una promessa: ce la possiamo fare. Difficile dire di più del mio mese di dicembre. 
Buon fine anno e Felice anno nuovo.
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Mi dispiace doverlo ammettere: la gestione delle persone attraverso la paura funziona.
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Se pensi di essere troppo piccole per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara. Dalai Lama
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
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Il 20 Marzo sarà, come ogni anno, la Giornata mondiale della felicità.
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Dedicato a chi si occupa di salute
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Esercizio in visualizzazione guidata
Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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