Con i test più complessi possiamo identificare il filtro sensoriale prevalente, cioè quale senso utilizziamo per interpretare il mondo e comunicare, l’accesso sensoriale che preferiamo usare per risolvere problemi o quando siamo sotto stress.
Alcuni test identificano anche l’accesso sensoriale secondario, che viene utilizzato nella comunicazione di tutti i giorni in combinazione con l’accesso primario, ma in misura minore e la modalità rappresentazionale meno utilizzata: il senso usato poco, o per niente, nelle conversazioni e che tende a rimanere inconscio nelle interpretazioni del mondo.
Dal momento che il filtro sensoriale prevalente influenza la nostra mappa del mondo, le nostre motivazioni, e, in sostanza, ha un ruolo determinante per i nostri comportamenti, è importante identificarlo. Un test non basta, ma aiuta.
Eppure conoscere il proprio sistema rappresentazionale prevalente è solo il primo passo, perché per affrontare meglio il mondo, avere ampiezza di vedute, capire noi stessi e il prossimo, dobbiamo aumentare la nostra flessibilità, e imparare ad usare tutti i nostri sensi.
Per tutti, potenziare tutti i sistemi rappresentazionali significa acquisire flessibilità ed empatia. Per gli insegnanti
significa diventare insegnanti migliori, capaci di trasmettere meglio la materia e farsi capire meglio dagli studenti. In ambito salute, per medici, farmacisti
e operatori sanitari, significa poter migliorare la compliance e stabilire una migliore relazione con il paziente.
“Vivere” il mondo attraverso un filtro sensoriale diverso da quello a cui siete abituati è un’esperienza emozionante e, spesso, si scopre un mondo leggermente diverso. Credetemi, ne vale la pena!