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A scuola con Harry Potter: i poteri di Harry

Harry vince la battaglia finale, ma ha vinto molto prima

Harry vince la battaglia finale o, forse, sarebbe meglio affermare che Vordemort perde.

Infatti Harry non scaglia la maledizione fatale ma, semplicemente, Vordemort si dissolve poco dopo l’uccisione di Nagini, che era l’ultimo frammento di anima di Vordemort.

Harry, però, vince molto prima, e anche dopo la distruzione di Vordemort. Vince ogni volta che sfugge a Vordemort e, in particolare, vince in una delle scene cruciali di Harry Potter e l’ordine della fenice, in un momento magico che ognuno dovrebbe tenere ben presente.

Dopo essere stato sconfitto da Silente, Vordemort invade la mente di Harry. È un momento molto particolare. Harry è furioso per la morte di Sirius, e sembra pronto per scatenare la sua rabbia, passando, quasi, alla parte oscura. Harry si è sentito debole, fragile. Ha assistito alla morte di Sirius senza poter far nulla, sa che è salvo solo per l’intervento di Silente, è furioso, frustrato, si sente impotente. Questo mix di frustrazione e rabbia è ideale per dare spazio al lato oscuro.

Harry sa reagire:

Tu, tu sei debole, e non conoscerai mai l’amore, o l’amicizia. E mi dispiace per te


Lo scudo di amore e amicizia libera Harry dall’invasione di Vordemort, assolutamente impotente davanti ai sentimenti positivi. Ed è fantastica quell’aggiunta: e mi dispiace per te!

Harry sceglie il potere dell’amore laddove Vordemort aveva scelto l’amore per il potere. 

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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