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Sono piena di dolori

Un caso pratico di comunicazione tra medico e paziente

Storia

  • Buon Giorno, dottore. Sono veramente a pezzi.
  • Buon giorno. Cosa le è successo? Cosa si sente?
  • È cominciato un paio di settimane fa. Pensavo non fosse niente di grave, così ho lasciato perdere, ma adesso non ne posso davvero più! Sono piena di dolori al collo, alle spalle e allo stomaco.
  • Ricapitoliamo, magari non è nulla di grave. I dolori che lei segnala al collo, alle spalle e allo stomaco sono tutti della stessa intensità o uno di questi è più accentuato?
  • Il collo! Sicuramente è il collo che mi fa più male. Poi mi sento sempre stanca, come se non riuscissi a dormire, ma non è vero.
  • Quindi lei mi sta dicendo che si sente stanca come se non dormisse, ma in realtà sa di dormire. Ha un’idea di quante ore dorme, mediamente, per notte?
  • Le mie sette – otto ore le riesco a dormire, e questo è normale, ma non dormo bene, non abbastanza rilassata. Sicuramente è un periodo difficile, in ufficio la situazione è molto tesa, e io ne risento, come tutti.
  • Stiamo facendo progressi. Mi corregga se sbaglio, o se sono impreciso. Lei ha dolori al collo e si sente tesa anche quando dorme, e attribuisce tutto ciò prevalentemente ad un periodo difficile in ufficio. È così? Possiamo dire che si sente tesa come una corda di violino e che questo si ripercuote soprattutto al collo, ma ne risente anche alla schiena e al collo?

Domande

  • Il medico utilizza una tecnica di comunicazione ben precisa. Quale?
  • A cosa serve esattamente questa tecnica?
  • Il dialogo mostra l’esecuzione completa della tecnica, o ne evidenzia solo una parte?

Risposte

Il medico utilizza una tecnica di comunicazione ben precisa. Quale?

Il medico utilizza la tecnica dell’ascolto attivo.

A cosa serve esattamente questa tecnica?

Nell’ascolto attivo l’ascoltatore risponde a chi parla basandosi su quanto ha compreso del messaggio che gli è stato inviato.

L’ascolto attivo ha come finalità quella di comprendere gli stati d’animo dell’interlocutore, farlo sentire accolto e accettato, indurlo ad essere più sincero e profondo nelle sue espressioni.

L’ascolto attivo permette di comprendere esattamente cosa l’altro intende dire, evitando fraintendimenti che possono creare parecchi problemi. Inoltre fa risparmiare tempo per raggiungere almeno gli stessi risultati di comprensione del normale dialogo.

Infine, ma non per questo meno importante, l’ascolto attivo consente di bloccare interlocutori prolissi in tempi molto più brevi e in maniera assolutamente inoffensiva rispetto alle altre forme di ascolto.

Il dialogo mostra l’esecuzione completa della tecnica, o ne evidenzia solo una parte?

Il dialogo evidenzia solo una piccola parte della tecnica.

In questo esempio sono evidenziati l’uso delle domande e delle parafrasi e, parzialmente, le modalità di ascolto del contenuto.

La tecnica dell’ascolto attivo prevede una serie di componenti

  • Ascoltare il contenuto, distinguendo fatti, opinioni ed emozioni. Nell’ascolto dei fatti di pone attenzione a quelli raccontati, accennati e tralasciati, e di presta attenzione alle variazioni del tono di voce durante il racconto
  • Capire le finalità
  • Valutare la comunicazione non verbale
  • Controllare la propria comunicazione non verbale e i propri filtri
  • Ascoltare con partecipazione e senza giudicare
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Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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