Oracoli e giornate buie

In una giornata difficile consulto un oracolo speciale

Ciò che è successo nei mesi di giugno e luglio del 2021 mi ha lasciato qualche strascico: non ho ancora digerito ed elaborato completamente le tre, difficili, esperienze che, combinate insieme, sono state davvero destabilizzanti.

Lo so, e vado avanti.

Mi serve tempo, pazienza, amore per me stessa. Non mi sento condizionata, ma consapevole sì.

Questo tipo di cose ha la brutta abitudine di emergere all’improvviso, sotto forma di incubo notturno. Ho un terapeuta fantastico: Chopin, che si accorge prima e meglio di me dei miei incubi e, lui che non ama particolarmente il contatto fisico, mi si sdraia addosso e cerca di tranquillizzarmi con infinite sessioni di fusa.

Una settimana di incubi, però, lascia il segno.

Colta da una tristezza infinita, timore per il futuro, ansia. Mi sento immersa nel buio.

E decido, un po’ per gioco, di consultare un oracolo particolare: L’oracolo del tempo di sogno.

Comprato parecchi anni fa in Australia, è un oracolo basato sui miti australiani: poni la domanda, scegli una o più carte, leggi il racconto del sogno a cui si riferisce quella carta e l’interpretazione. Il meccanismo è simile a quello della lettura dei tarocchi.

E poi c’è il Kobong, un termine aborigeno simile al concetto di totem, o di archetipo: ciò che influisce sulla situazione dall’interno della persona.

Scelgo l’oracolo australiano invece del mio amato Libro dei mutamenti perché non sono nello stato d’animo di consultazione dell’I Ching, perché la nube oscura che mi avvolge ha bisogno di sogni.

Decido di affidarmi al kobong. Ed ecco la sorpresa.

(Nelle immagini qui sotto puoi vedere il testo completo del responso.)

Il sogno casualmente estratto è il più triste e tragico: un’intera tribù rimane bloccata in una caverna, senza via di uscita. Un giovane guerriero riesce a trovare la via di fuga, ma non a salvare gli altri. Così continua a cacciare e pescare per rifornire la tribù di cibo e farli sopravvivere. Sfinito dall’impresa titanica, muore lui stesso nel vano tentativo di salvare gli altri che, ovviamente, a questo punto sono destinati a morire.

La spiegazione, l’interpretazione del kobong, sembra fatta per me.

Può darsi che vi troviate in una delle grandi tempeste della vita. Messi alla prova, rischiate di piegarvi sotto il senso di responsabilità che provate nei confronti degli altri. A meno che non vi concediate il tempo per riposare e recuperare, finirete per sentirvi sfiniti ed esausti.

E ancora: il lato negativo di questo sogno può riferirsi a colore che sembrano attirare guai…

Fatto anche questo.

Ciò che, però, è per me l’aspetto più affascinante è come l’oracolo riesca a cogliere l’essenza di uno problema o di uno stato d’animo: la dimostrazione della sincronicità dell’universo.

E concludo con un paio di considerazioni.

Non sono un campione di altruismo, ma di stupidità sì. Sono fortemente influenzata e condizionata da una convinzione, smentita infinite volte, eppure presente: l’universo restituisce ciò che viene dato, quindi, se sono di aiuto, prima o poi l’universo stesso interverrà a risolvere ciò che io sono incapace di realizzare. Non funziona così: se vuoi una mano, cercala alla fine del tuo braccio!

Autore: Carla Fiorentini 12 ottobre 2025
Se facessimo una classifica di pazienti modello gli italiani non sarebbero certo ai primi posti, lo sappiamo da anni. Sappiamo che gli italiani si auto riducono i dosaggi, terminano le cure prima di quanto ha detto il medico, non rispettano le posologie, … Ora, a tutto questo, si è aggiunta una sorta di auto-riduzione dei farmaci prescritti. Ma il vero problema è che ora tutto ciò che già accadeva, e molto di più, è originato dalle difficoltà economiche in cui versano molti italiani. E se prima le autoriduzioni di posologia o durata della terapia erano frequenti soprattutto nelle patologie acute, oggi la rinuncia alla terapia, o la sua drastica riduzione, avviene soprattutto nelle patologie croniche. E raramente il medico è a conoscenza della situazione: il paziente non ha la forza, o il coraggio, di dichiarare al medico la sua realtà. Ancora una volta, dunque, è il farmacista colui che ha maggiormente il polso della situazione, e che è chiamato, sebbene non ufficialmente, a supportare il paziente. Cosa può dunque fare il farmacista? Il mio parere personale è di creare una vera e propria rete di allerta, sostegno e valutazione che coinvolga il farmacista “di quartiere” e il medico di base, che abbia anche la possibilità di intervento reale nel fornire farmaci a chi, davvero, rinuncia alle terapie per motivi economici. È un sogno, lo so. Rimanendo su azioni concrete credo che il farmacista possa fare molto con le sue capacità di sostegno e consiglio, senza sostituirsi al medico. Credo anche che il futuro sia nello sviluppo di competenze di coaching per il medico e il farmacista. Competenze che permettono di motivare il paziente, supportarlo durante la terapia, finalizzare le cure, e ridurre anche i costi in numerose sfaccettature del sistema sanitario consentendo così di ricavare risorse per fornire terapie totalmente gratuite a chi, altrimenti, non può permettersele. Un sogno anche questo, ma più facile da raggiungere rispetto al precedente.
Autore: Carla Fiorentini 28 settembre 2025
Non è, ovviamente, mia intenzione dare consigli su rimedi della nonna, antiche ricette o terapie alternative, ma solo riflettere, e farvi riflettere, su come rispondere al paziente che vi racconta di cure di supporto che, a lui, appaiono tanto efficaci. Le situazioni sono molteplici, e i rimedi sono infiniti. Si va dai consigli alimentari alle cure palliative, dai decotti alle sciarpe rosse: si usa di tutto e si sente di tutto. Talvolta sono i rimedi della nonna, altre volte sono antiche ricette lette su qualche rivista di salute, o consigli letti sul web o ricevuti da qualche amico. Siatene certi: la maggior parte dei vostri pazienti fa uso di qualche rimedio, integratore, elemento salutistico o alimento prodigioso, sia che ve lo racconti sia che stia in totale silenzio . Ci sono gli alimenti salutari, le medicine alternative, i rimedi tramandati in famiglia, le pubblicità … È chiaro che il medico dovrà valutare caso per caso, ma ci sono alcune raccomandazioni (dettate dal buon senso, oltre che dallo studio della comunicazione) che valgono sempre. Il primo consiglio è che è sempre meglio sapere tutto quello che il paziente assume o fa, soprattutto se siete il medico di famiglia che tiene le fila della sua storia clinica. Se contestate, sminuite, rifiutate o ridicolizzate ogni rimedio che i vostri pazienti ritengono efficaci ciò che otterrete non sarà l’eliminazione delle aggiunte, palliative o terapeutiche, ma solo e semplicemente il paziente smetterà di raccontarvi ciò che assume . Il secondo consiglio, strettamente correlato al primo, è che l’effetto placebo, nelle sue diverse forme, è un fattore fondamentale per la guarigione, di qualunque malattia. Visto che parliamo di rimedi della nonna citerò le parole di mia nonna, quando mi trovò (avevo circa un anno) a mangiare i chicchi d’uva raccolti da terra poiché non arrivavo ai filari: quel che non strozza, ingrassa. Quello che non fa male, va bene. Imparate quindi ad accettare quei rimedi che non fanno alcun danno, e accettateli di buon grado. Eliminate, invece, drasticamente ciò che è rischioso o, meglio ancora, sostituitelo con qualcosa che sia innocuo o davvero di supporto. Potrete così mantenere alto l’effetto placebo e, contemporaneamente, conservare la fiducia del vostro paziente e un alto livello di dialogo.
Autore: Carla Fiorentini 28 settembre 2025
Un pizzico di teoria utile in un video
Autore: Carla Fiorentini 7 settembre 2025
Dal mio libro Quattro passi in galleria- quando non vedi la fine del tunnel, arredalo , che si può acquistare on line oppure ordinare in libreria, Il racconto del momento in cui sono stata costretta a tagliare i capelli, che sarebbero caduti (tutti!) con la chemioterapia
Autore: Carla Fiorentini 7 settembre 2025
Riflessioni
Autore: Carla Fiorentini 4 settembre 2025
Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.
Autore: Carla Fiorentini 4 settembre 2025
Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.
Autore: Carla Fiorentini 30 agosto 2025
Un libro meraviglioso e, credo, particolarmente utile in questo periodo in cui la scuola va protetta, ripensata, resa più utile…
Autore: Carla Fiorentini 8 giugno 2025
Non sono pazza: l’attuale presidente degli USA ha di fatto rinunciato al potere.
Autore: Carla Fiorentini 16 marzo 2025
Spesso le diverse parti di noi discutono tra loro ...
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