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Si può cambiare un comportamento?

Cambiare un comportamento è possibile. Scopri come

Quante volte un vostro comportamento “non vi piace” o ritenete che, con un comportamento di verso, potreste realizzare meglio i vostri desideri?
  • Quel tuo comportamento non mi piace!
  • Dovresti cambiare comportamento!
Chi non si è mai sentito dire queste frasi? A volte sono dette davvero in maniera onesta e sincera, altre volte contengono, implicitamente, un giudizio negativo su di noi.
E allora, in genere, o ci sforziamo, poco convinti, di adattarci alle richieste, oppure opponiamo diversi tipi di resistenza.

Altre volte è il medico che, per la nostra salute, ci chiede o ci impone di cambiare un comportamento, e altre ancora siamo noi stessi a desiderare di comportarci in maniera diversa.
Ma, quasi sempre, interviene una sorta di inerzia, e persino quando siamo consapevoli che un cambiamento di comportamento ci potrebbe dare dei benefici, siamo tentati di rispondere “sono fatto così”. E ogni volta che tentiamo, poco convinti, e non riusciamo, ci sentiamo un senso di fallimento che rende man mano sempre più complesso il cambiamento, fino a farcelo ritenere impossibile.
Ma è davvero impossibile cambiare un comportamento? Assolutamente no.
Cambiare comportamento è possibile, talvolta facile, altre volte un po’ più complesso, ma mai impossibile.
Tecniche e scuole diverse, tra cui la Psicodinamica, la Psicocibernetica e la PNL, hanno sviluppato esercizi atti a cambiare i comportamenti, e sono esercizi semplici i cui risultati sono chiaramente visibili in tre settimane.
Già, come un computer ben strutturato, ripetendo per 21 giorni il comportamento nuovo e desiderato, questo si instaura nei nostri circuiti, sostituendo quello vecchio, e diventa una nuova e solida abitudine.
Ciò che questi esercizi hanno in comune sono alcuni presupposti:
  •  il cambio di comportamento può avvenire solo se noi stessi ne sentiamo il desiderio o la necessità. Pertanto se qualcuno, chiunque sia, persino il medico, ci evidenzia un comportamento non adeguato, e razionalmente concordiamo con la necessità di modificarlo, dobbiamo fare nostra, intimamente nostra, la volontà di fare il cambiamento
  • ogni comportamento, anche quello che oggi riteniamo negativo, aveva valide e positive motivazioni per esistere: scoprire quelle motivazioni è un passaggio importante per poter poi cambiare.   Il vero cambiamento non consiste nel punire noi stessi, e men che meno gli altri, ma nel comprendere che le intenzioni positive del comportamento che desideriamo cambiare erano contingenti, limitate ad alcune situazioni o ad alcuni nostri modi di essere ormai superati. E solo dopo aver fatto ciò possiamo relegare il comportamento indesiderato in un angolo, sostituendolo con qualcosa che ora è più idoneo. 
Si tratta di aumentare la nostra flessibilità, ottenendo due comportamenti possibili in funzione di noi stessi e /o delle situazioni che si presentano, e non di effettuare una mera sostituzione di un comportamento obsoleto con qualcosa che, a sua volta, potrà diventare obsoleto a seguito di un nostro cambiamento o di nuove situazioni che la vita ci presenterà.


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Ero in farmacia, in attesa. Un’attesa piuttosto lunga visto che si trattava di una farmacia che fa il servizio di prenotazione degli esami e delle visite. Mi annoiavo ed ho cominciato a guardarmi attorno e, confesso, ad ascoltare le chiacchiere degli altri utenti in attesa. Mi ha fatto piacere incontrarti, ma perché vieni in questa farmacia? Non c’è la farmacia XXX più vicino a casa tua ? Sì, la farmacia XXX è decisamente più vicina, ma qui sorridono. Lì sono sempre scorbutici e a volte rispondono anche scocciati se chiedi informazioni. Forse è perché … Ecco. Smetto di ascoltare, e non saprò mai il presunto motivo per cui, nell’altra farmacia, sono scorbutici. Il dialogo è stato illuminante soprattutto per chi, come me, si occupa di comunicazione e management. Mi occupo, e preoccupo, di insegnare tecniche, di cercare le parole giuste, di spiegare modalità di comunicazione, di identificare esempi e suggerimenti, di incrementare hard skills e soft skills, ma ci si dimentica dell’essenziale: il sorriso . Entrare in farmacia, per qualunque motivo, e trovare il farmacista che sorride è un validissimo motivo per scegliere una farmacia invece di un’altra, magari più comoda. Però, attenzione, deve trattarsi di un sorriso vero. Esiste una netta differenza tra un vero sorriso e uno falso, voluto, determinato da movimenti volontari dei muscoli facciali. La differenza è dimostrabile tecnicamente, e per moltissime persone è percepibile a livello inconscio. Il farmacista che sorride non fa una smorfia movimentando le labbra all’insù: sorride veramente. Eppure anche il farmacista può avere problemi personali, attraversare un periodo nero, essere triste o preoccupato. Ciò che spesso dimentichiamo è che siamo noi ad avere uno specifico stato d’animo, e invece spesso ci comportiamo come se fosse lo stato d’animo, soprattutto se negativo, ad avere il pieno possesso di noi. È assolutamente possibile accantonare uno stato di infelicità per un certo periodo, dando spazio a veri sorrisi. Come? Qui le tecniche, gli esercizi e le riflessioni contenuti anche in questo sito, possono essere di aiuto: pensieri felici, meditazione, comunicazione, possono fare la differenza, quando è necessario. Ma il primo passo è personale: bisogna volerlo. Per quanto storte vadano le cose, ogni tanto si può dare una vacanza al dolore, dedicarsi agli altri, anche fornendo sorridendo la medicina prescritta o il consiglio richiesto.
Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Da molti anni il mondo delle aziende utilizza quello che viene definito management by objective : gestione per obiettivi . Si tratta di definire uno o più obiettivi e perseguirli per un certo periodo di tempo. La scuola si è poi adeguata, anche se non sempre parla di obiettivi o di piani strategici, ma si affida ad una serie di sigle e burocrazie che, più o meno, hanno la stessa funzione. Parlare quindi di obiettivi per il nuovo anno scolastico è del tutto legittimo. Eppure … La gestione per obiettivi ha, da tempo, evidenziato una serie di limiti e problemi nel mondo aziendale , ed è triste vedere la scuola che, in ritardo, si adegua ad imitare anche gli errori dell’industria. Attenzione, però, non prendere questo come una scusa per non pianificare il nuovo anno alle porte, anzi. Si tratta di aggiungere, non di togliere. Se mi seguite sapete bene che io mi fisso una serie di obiettivi, in diverse occasioni, dunque apparentemente faccio qualcosa che ho appena dichiarato inutile. Dov’è il trucco? Gli obiettivi servono, funzionano, hanno un senso solo se inseriti in un contesto di Vision, cioè di aspirazione e desiderio globale di realizzazione di qualcosa di importante. La Vision offre il contesto da realizzare, gli obiettivi discendono da questo e permettono, a loro volta, di tradurre in azioni pratiche e giungere alla realizzazione concreta. Il consiglio è quindi di utilizzare queste ultime settimane prima dell’inizio delle lezioni per identificare la vostra Vision, in vostro sogno per il nuovo anno. Ti chiedi quali sono le differenze sostanziali tra obiettivi e vision? La risposta, per quanto limitata all'essenziale, è nella vignetta qui sotto. Gli obiettivi sono, sostanzialmente, contenuti anche nei programmi ministeriali. Personalmente suggerisco di dedicare un po' di tempo a ragionarci su, declinarli, scriverli con un linguaggio che risuoni. Tuttavia gli obiettivi sono fortemente razionali: cosa insegnare, come, in quali tempi, quali livelli di conoscenza far sviluppare negli studenti... In pratica, gli obiettivi servono per riempire il secchio delle competenze. La vision è il sogno da condividere e realizzare insieme alla classe, e ad ogni singolo studente. In pratica, quale fuoco accendere. Nella vision possiamo stabilire che tipo di atmosfera vogliamo creare, quali valori desideriamo trasmettere, che insegnante desideriamo essere, quale impronta lasciare per il futuro della classe e di ogni singolo studente, e molto altro.
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